“E’ bello il regalino che mi hai fatto, posso provarlo subito? Sì, qui in poltrona, va bene, come vuoi, poi però dobbiamo pulire la pelle, ho paura. Sì, sono comoda, e adesso fammi capire come funziona; c’è un interruttore? No, si comanda da remoto, che bello, magari anche col telefonino, qui sotto wi-fi. Allora, connessione stabilita, dovrebbe essere acceso, si sta scaldando un po’. La forma è quella giusta, comincio appoggiandolo qui, e adesso avanti, molto piano per cominciare. E’ delicatissimo, è come quando mi accarezzi per svegliarmi, però scivola via, in effetti non è così che si deve usare. No, non voglio leggere le istruzioni, andiamo, almeno non adesso, che sei qui a guardarmi. Mi ecciti di più tu che stai lì, con un bicchiere in mano e una sigaretta tra le labbra, di questo coso. Però adesso è meglio che lo sposto, scivola troppo, e invece se lo piazzo al posto giusto sono più tranquilla. Con una mano sola, non dire niente, non fare niente, continua a guardarmi e no, non sfilarti la felpa, per favore, resta lì così. Brava, adesso è dentro e lo sento proprio bene, provo ad accelerare, posso chiudere un po’ le gambe così non rischia di scappare via; solo un poco, non voglio privarti dello spettacolo, non aver paura. E’ bello, ma quando me lo fai tu è meglio, e no, non voglio chiudere gli occhi ed immaginare, adesso abbiamo detto che il gioco è un altro. Più veloce, è ancora più bello, te lo leggo in faccia, ti piace tantissimo stare a guardarmi, e adesso rallento un po’, ho voglia di aspettare e di parlare. Sì, faremo un altro gioco, me lo metto e lo comandi tu, andiamo a fare la spesa, al cinema, in pizzeria, e tu lo fai partire quando vuoi, senza avvertirmi. No, non ti toccare, quando ho finito ci penserò io, adesso accontentati di guardare. Di nuovo più veloce, l’ho messo al massimo, sì, funziona benissimo, mi piace il tuo regalo, mi piace questo gioco, mi piaci tu. Ti chiamo, ti dico ti amo, poi più forte, lo grido, ed eccomi, amore mio”.
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