Una ricetta rubata
by cristinadellamore
Tristezza che si aggiunge a tristezza. La nostra amica Cristina parla di un locale che conosco, dalle parti della casa di mia madre, e l’oste di cui parla purtroppo è stato sconfitto da un tumore.non troppo tempo fa.
Mi chiedo se poi abbiano provato, con la sua lei – Stella – questa ricetta: non mi sembra ne abbia riparlato in qualche successivo post, neanche per raccontarci le coccole che avrebbero potuto farsi durante la preparazione.Mario Siniscalchi
Lei mi ha portata in una trattoria tipicamente romana: carta oleata al posto delle tovaglie, tovaglioli di carta, il padrone grande e grosso che ti dà del tu e ti riempie di contumelie se non mangi abbastanza, ma la cucina è meravigliosa.
Pasta e ceci, ci siamo fatte portare, ed era una cosa meravigliosa.
Con un po’ di quelle moine che lei definisce tipicamente femminili, e cioè ciglia che sbattono, labbra che si socchiudono, seni che vengono avanti in bella evide nza, abbiamo estorto al padrone il segreto, che condivido volentieri qui, prima ancora di provarlo.
Per prima cosa, lunga e paziente cottura dei ceci con aglio e rosmarino: fino a che non si spappolano, e alla fine molta attenzione per non farli attaccare alla pentola; poi, aglio, olio ed un paio di filetti di acciuga, in altra pentola: quando l’acciuga è diventata una pasta, un barattolo di pelati.
Si…
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