Aspettative
by cristinadellamore
Meno uno ai saldi: dopodomani ci siamo, e nella mia lista dei desideri questi hanno rapidissimamente scalato la classifica.
Meno uno ai saldi: dopodomani ci siamo, e nella mia lista dei desideri questi hanno rapidissimamente scalato la classifica.
(Segue da qui)
Avete presente, immagino, dove lavoro. Direi che programmi di produttività ne conosco a bizzeffe, qualcuno ne ho anche venduto, e per un paio ho addirittura collaborato allo sviluppo, almeno come utente, figuriamoci.
Roslyn lanciò un’occhiata non al braciere con la brocca accanto, ma all’ingresso dell’alloggio, due tavole di legno che combaciavano alla perfezione ed alla perfezione si incastravano nelle pareti. Belladonna sorrise prima di continuare:
“Toson è lì fuori, ma se parleremo in Alto Elfico non potrà capirci. Allora, hai fatto la tua scelta, piccola Roslyn?”
“Non è una scelta, Morwen. E quando avrai finito con me mi ucciderai?”
“Vorrei proprio evitarlo. Piccola Roslyn, io non sono una assassina, anche se ho cercato di diventarlo dopo che re Szibelis mi ha esiliata, sono un soldato e di un soldato ho tutti gli appetiti. Sei disposta a soddisfarli?”
Roslyn rimase in silenzio per qualche istante, prima di assentire col capo e di rispondere:
“Sì, certo, sono nelle tue mani. Non vuoi liberarmi? Potrei darti piacere meglio e di più”.
“Piccola Roslyn, mi piaci di più così. E’ stato Toson a legarti?”
“No, Toson…
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Una volta siamo state a Parigi, e dopo aver visitato doverosamente tutti i musei possibili siamo andate a fare una capatina in un bellissimo sexy shop di cui lei aveva tanto sentito parlare; grande scelta, grande eleganza ma prezzi folli. Io mi ero innamorata di un completino intimo veramente estremo e lei me lo ha comprato.
Poi la ho doverosamente ringraziata, indossando il reggiseno che scopre i capezzoli, le mutandine con lo spacco tra le gambe per rendere comodamente accessibile tutta la mia intimità, il sottile reggicalze che allacciato sulla vita sottile evidenzia la generosa curva dei fianchi, il tutto di pelle nera costellata di borchie di ottone, completato da velatissime calze nere con la riga e sandali dal tacco vertiginoso. Anche lei ha inaugurato il regalo che si era fatta, uno strap-on ricoperto di cuoio rosso, molto spettacolare; tanto che mi era venuta l’idea di fare un filmino e metterlo in rete…
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Domenica sera, domani si torna al lavoro, non saremmo comunque uscite.
Gli scrosci, a questo punto, neanche mi dispiacciono, e mi fanno compagnia mentre cerco di capire qualcosa di un nuovo prodotto che dovrei anche vendere; lei rispetta il mio lavoro e sta facendo finta di leggere un faldone scoraggiante: so che dopodomani ha l’incontro per chiudere un accordo importante ma so anche che conosce perfettamente le carte che ha davanti perché non è il tipo che si riduce all’ultimo momento.
(Segue da qui)
Insomma, qui cominciano a svicolare un po’ troppo, per i miei gusti: lo so bene che ci sono tante cose da fare per consentire ai venditori di portare a casa il contratto, ma da noi è un lavoro, questo, per gli amministrativi, che guadagnano di meno e portano anche il caffè; io l’ho fatto, so di cosa stiamo parlando. E davvero hanno in testa una cosa del genere?
Ovviamente lo chiedo in termini più diplomatici, ma nonostante tutte le mia cautele il sessantenne comincia ad agitarsi: devo aver messo il dito sulla piaga.
Abbiamo deciso che per andare a mare il mio scooter è più comodo. Sotto la sella mettiamo la borsa durante il viaggio, i caschi quando siamo arrivate. Anche oggi, quindi, si parte, guido io, il serbatoio è pieno della benzina a 100 ottani che questo monocilindrico sembra gradire, fa caldo ma non caldissimo, e insomma col sole a picco e le visiere affumicate abbassate si parte.
(Segue da qui)
Il caffè è buono, servito con un sorriso ed un cioccolatino che lascio lì anche per non impastarmi i denti di marrone. E con i rituali cinque minuti di anticipo entro nella banca – niente metal detector, niente guardia giurata, mi sembra un po’ strano – seguo i cartelli e mi rivolgo ad un ragazzo della mia età, un po’ a disagio in giacca scura aderente e palesemente nuovissima, mezzo strozzato dal colletto di una camicia forse troppo piccola e dalla cravatta malamente intonata e peggio annodata, in piedi dietro un piccolo bancone semicircolare.
L’accampamento era stato montato in fretta, sotto la supervisione di un giovane capitano riparata nel Regno Nero da uno dei piccoli Regni del Sud per sfuggire alla sorte del resto della sua famiglia, artigiani indebitati e venduti come schiavi, e dalla quale aveva imparato i principi delle costruzioni. Barriere di tronchi, capanne di frasche e, al centro, una baracca costruita senza neanche un chiodo, con tavole piallate ed incastrate l’una nell’altra, per ospitare Belladonna. La quale Belladonna, prima di poterla occupare, dovette occuparsi di persona dei turni di guardia, anche per spiegare agli alfieri ed ai lancieri che non era una buona idea accendere il fuoco proprio accanto a loro. Le compagnie dell’armata Elfica disponevano di piccoli bracieri chiusi e schermati, proprio per occasioni del genere, le sentinelle del battaglione Nero avrebbero dovuto accontentarsi di una coperta in più.
“Il fuoco vi acceca, e nel buio non vedete più niente…
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Una mattina dell’inverno scorso ci è venuta voglia di giocare.
E allora prima di andare a fare la spesa mi ha messo il collare e mi ha incatenata nell’ingresso, e quando lei è tornata le ho fatto le feste come una cagnolina affettuosa e le ho detto che mi sono divertita ad aspettarla in quel modo, e se possiamo rifarlo e se magari potevo stare tutto il giorno così; per divertita intendevo dire eccitata, sentivo il mio odore salirmi dall’inguine e lo sentiva anche lei, e l’ho vista sorridere.
Mi ha detto che sì, potevo stare così fino alla sera, e poi mi ha ordinato di accarezzarmi e venire e le ho dedicato un orgasmo lungo e dolce, sussurrano in continuazione il suio nome, sdraiata sulla schiena a gambe larghe sul marmo gelido della sala da pranzo.
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Mi piace essere la cosa giusta nel posto sbagliato e la cosa sbagliata nel posto giusto, perché accade sempre qualcosa di interessante. Andy Warhol
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Essere altrove da memoria trafitta / come nube leggera di gravità arresa . / Essere pensiero bisbigliante e concavo / di pace bramosa in stallo fra le risposte. ©Runa
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Scatto fisso, senza freni. Non posso fermarmi anzi non voglio farlo.
Scrittrice BDSM. Sognatrice cyberpunk
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