Solo per amore

La vita, l'universo e tutto quanto

Mese: luglio, 2014

Il mostro dagli occhi verdi

by cristinadellamore

Lo so, come la amo lei mi ama, e come me non farebbe mai nulla che possa ferirmi.

Ma sono gelosa. So che è bella e ne è conscia. E allora quando siamo in compagnia, mi basta che riceva un’occhiata che anche solo possa sembrare di apprezzamento, neanche di desiderio, e immediatamente scattano le mie difese.

Mi avvicino a lei, la accarezzo, la abbraccio, la bacio: è il mio modo di marcare il territorio, di dire che lei è mia ed io sono sua, e non c’è spazio per nessuno tra noi due.

Lei lo capisce, non dice niente, non protesta la sua fedeltà, non mi chiede di smetterla e di ragionare. Sa che sono fatta così.

Una volta le ho chiesto cosa pensa quando gli altri mi guardano; senza pensarci, mi h risposto che a volte vorrebbe costringermi ad andare in giro coperta dalla testa ai piedi con cappotti e veli che mi infagottino. “Non perché penso che tu possa tradirmi, ma perché vorrei che la tua bellezza esistesse solo per me”.

Ha meritato un bacio, e solo per ominciare.

Niente tra di noi

by cristinadellamore

Quando dobbiamo dirci qualcosa di importante abbiamo un rito: ci accomodiamo sul divano di pelle un po’ consunto che era del bisnonno, io seduta in un angolo, lei sdraiata col capo sul mio grembo. E’ un altro modo per sentirsi vicine.

L’ultima volta lei mi ha raccontato per un’ora e più un suo problema di lavoro, ed io alla fine era bagnata fradicia proprio lì dove lei si appoggiava a me, e non avrei voluto lasciarla andare.

Lei se ne è accorta e mi ha detto che sarebbe rimasta da me ancora un po’, ma che non aveva più nulla da raccontarmi, poteva soltanto aggiungere che mi amava.

Lo ha fatto, ed io proprio in quel momento non mi sono tenuta più, e lei se ne è accorta ed il suo sorriso mi ha riempita mentre pensavo che non sarò mai abbastanza innamorata di lei.

Moglie e moglie

by cristinadellamore

“Lo so che ti piace sul pavimento, con tutte le luci accese, guardare ed essere guardata, ma è bello anche così.

Spegni la luce e vieni qui, sotto le coperte. Senti, ho messo la camicia da notte, senti che è di cotone, è bianca, mi arriva alle caviglie, sul seno ci sono gli inserti di pizzo, l’ho trovata al mercatino, sapessi che fatica toglierle certe macchie gialle.

Io sto ferma, tu comincia a tirarmela su, ma fai piano. Sotto io sono calda, ma non devi accorgertene subito, io sono la mogliettina stasera, non lo fo’ per piacer mio. Accarezzami ma non alzare le coperte, lo so che puoi benissimo immaginare come sono fatta, quante volte mi hai accarezzata e baciata e toccata e guardata.

Fai piano, ti devi accorgere solo alla fine che sono pronta per te. Lo so che senti l’odore del mio desiderio  ma fai finta di non accorgertene, giochiamo ancora, tu vuoi solo sfogarti ed io ti aspetto e faccio tutto quello che vuoi, perché ti amo.

Più piano, altrimenti il gioco finisce subito, e non buttare vie la coperte. Vienimi sopra e fammi sentire tutto quello che vuoi, e io apro le gambe e faccio tutto quello che vuoi, chiudo gli occhi e giro la testa perché forse è peccato, e per favore non baciarmi perché altrimenti è troppo bello, e ogni volta mi chiedo come è possibile che ogni volta hai un sapore diverso e ogni volta più buono.

Sempre più piano, non è giusto, io devo stare giù e sopportare, e domani mattina prepararti la colazione, e poi darti un bacio prima che esci per andare in ufficio. Dimmi cosa devo fare, devo alzare le gambe, ti devo abbracciare? Sono tua moglie, faccio sempre tutto quello che vuoi.

E scusami se adesso strillo, se adesso ti chiamo e se adesso, come ogni volta che mi tocchi, sento che non posso vivere senza di te”

La caduta della matita

by cristinadellamore

Un gioco, una scommessa, qualcosa. Qualcosa per scaricare i nervi dopo un lunedì di lavoro, insomma, con le vacanze estive ancora troppo lontane.

Doccia e accappatoio, bicchiere di vino bianco, insomma una specie di happy hour privata, e invece di decidere il menù la cosa è venuta fuori quasi da sola. Mi spiego; per quanto lei è sottile ed elegante, con piccoli seni, vita sottile e fianchi slanciati, io sono l’opposto. E sono fiera delle mie tette che riempiono ogni camicetta e gonfiano ogni maglione e che lei adora, lecca e bacia fino a farmi impazzire.

E allora abbiamo fatto la prova della matita, ed io ho perso.  Ho avuto il tempo di organizzare un piano di azione composto da dieta, ginnastica e palestra, mentre pagavo pegno, a quattro zampe sul pavimento, con una elegante gag ball rossa ad imbavagliarmi, facendole da tavolino portacomputer.

Poi lei ha spento il suo piccolo netbook e ha cominciato a dirmi che sono stata brava e disciplinata, ad accarezzarmi, ed ho capito che il gioco sarebbe continuato a lungo, con mia e sua grandissima soddisfazione.

Una rosa e una piscina

by cristinadellamore

E’ vicino casa, ci si può andare a piedi, e allora ogni tanto ci andiamo.

La piscina è grande, con molto spazio attorno per sdraiarsi e prendere i sole, e peccato che si deve usare il costume, ma è un piccolo sacrificio da fare per risparmiarci il viaggio in moto,specie quando il tempo, come in questi giorni, non sai mai cosa possa riservarti.

Lei ha solo un olimpionico nero, e allora ne metto uno simile anch’io, e ci allunghiamo sugli asciugamani. Bello, non c’è neanche la sabbia che ti entra dappertutto. Però fa caldo, manca la brezza del mare, e dopo  dieci minuti ho bisogno di tuffarmi in acqua; lei sopporta il caldo meglio di me, la raggiungo gocciolante e la schizzo per gioco.

Lei ride ed io le sorrido: mi è scappato, è quello che lei chiama il mio sorriso complice, quello che significa che so tutto di lei e lei sa tutto di me, e che ho voglia di fare l’amore e se fossimo a casa saremmo già nude ed abbracciate.

Il suo sorriso in risposta è diverso: amore, tenerezza, ed anche divertimento. Mi stendo di nuovo accanto a lei e lei mi dice: ti sei guardata? No, cosa c’è? Lo faccio e mi rendo conto che il tessuto tecnico blu mi si è appiccicato addosso come una seconda pelle ed è diventato quasi trasparente, e mi viene di nuovo da ridere.

Ti vogliono tutti, dice ancora, non coprirti e dammi la mano, così capiranno che non potranno mai averti.

Mai più di così

by cristinadellamore

Ieri sera abbiamo bevuto una bottiglia intera di vino bianco, fresco, molto profumato.

Lei mi aveva detto di stare attenta, perché era ingannatore. E aveva ragione, dal momento che alla fine, con la testa che mi girava piacevolmente, ho improvvisato uno spogliarello solo per i suoi occhi, lì davanti a lei che era seduta sulla sua poltrona preferita e che sembrava divisa tra la voglia di vedermi continuare e godersi il resto della serata e quella di calmarmi e farmi passare quella piccola sbronza. Mi aveva detto una volta che mi vuole sempre, ma mi vuole lucida e consapevole, ed io le avevo risposto che quando mi trovo accanto a lei lo sono sempre.

E allora lei non mi ha fermata, e quando mi sono inginocchiata davanti a lei, nuda e spalancata come mi piace essere solo per lei,  mi ha dato la bottiglia e mi ha chiesto di darle uno spettacolo più intimo.

Ed io, con la bottiglia dentro, ho urlato a lungo per farle sentire quanto l’amo.

Allo specchio o quasi

by cristinadellamore

Mi è capitato in mano il mio vecchio telefonino. Prima di aggiungerlo a tutto quello da consegnare all’oasi ecologica, ho voluto accenderlo e mi sono travata davanti ad un selfie che mi era fatta, a giudicare dalla data, il giorno prima di incontrare lei per la prima volta.

Dal piccolo mi schermo mi fissava una sconosciuta con i capelli troppo rossi, gli occhi e le labbra troppo truccate, lo sguardo troppo ammiccante.

Si intravedeva anche l’orlo della maglietta troppo corta e stretta che indossavo per mettere in evidenza il seno ed attirare gli sguardi, e insomma riuscivo a sembrare proprio quello in cui stavo per trasformarmi.

Lei era arrivata appena in tempo ed aveva preso per mano quella ragazza per condurmi dove non pensava di poter giungere, senza chiederle nulla in cambio.

Ho cancellato la foto prima di mettermi a piangere; poi ho pianto lo stesso, sul suo petto, tra le sue braccia, per la felicità.

Da qualche parte

by cristinadellamore

Quando corriamo, la mattina presto, siamo in genere le sole per strada, nel quartiere elegante dove abitiamo. D’inverno è spesso ancora buio, fa freddo, e ci copriamo con le tute più pesanti cui a volte aggiungiamo anche un vecchio maglione.

Questa però è la stagione migliore. C’è già il sole, l’aria non è rovente e se siamo fortunate c’è anche una qualche brezzolina. Quindi calzoncini, reggiseno sportivo e basta. Lei mi dice di starle davanti, ed io lo so perché, vuole ammirare il mio culo del quale non ha mai abbastanza, ma anch’io voglio guardare lei, e allora facciamo a turno, perché adoro vedere la sua figura sottile che fila via quasi senza peso.

C’è molto verde, alberi, aiuole, ed anche un parco con tante siepi. Ed ogni volta mi riprometto che sì, un giorno lo farò. Quando sarò davanti farò finta di inciampare, cadrò e quando lei si chinerà su di me, con il suo sguardo pieno d’amore ed un’espressione preoccupata la stringerò, la tirerò a terra su di me e faremo l’amore lì, al riparo di una siepe, prima di tornare a casa senza correre e tenendoci per mano.

Rosa alchemica

by cristinadellamore

Adoro il suo profumo. Lo sento da una stanza all’altra, e potrei seguirla ad occhi chiusi non solo dentro casa, ma anche per strada.

Una volta lei mi ha detto: “Vuoi provarlo? Mettilo anche tu, fammelo sentire”.

E allora mi sono spoagliata davanti a lei, ho fatto la doccia e lei stessa mi ha spruzzato tra le gambe, tra i seni, sulla schiena.

Ho abbassato il capo ed ho sentito qualcosa di completamente diverso: su di me non funzionava, ho detto, e quasi mi sarei messa a piangere. Avrei voluto avere il suo stesso profumo per sentirla vicino a me anche quando lei non può esserci.

Poi l’ho vista, con gli occhi spalancati e le labbra socchiuse, ad un niente da me, e ho sentito la sua carezza ben nota  cercare quel punto particolare, che conosce solo lei, e che al suo tocco mi fa sempre piegare le ginocchia.

“Non dipende dal profumo, io non posso tenere le mani a posto quando ti vedo così”, ha detto a bassa voce, come se non fossimo sole. E io ho risposto che non volevo che tenesse le mani a posto, che volevo che facesse tutto, proprio lì, senza perdere altro tempo.

Alla fine, lei sedette sul pavimento e mi fece appoggiare la testa sul suo grembo prima di dirmi: “Questa storia del profumo, dovremmo riprovarci, magari domani”.

A quattro zampe

by cristinadellamore

Che belli i giocattoli che abbiamo comprato.

Ieri sera li abbiamo usati per la prima volta. Lei avrebbe voluto farsi legare ma io non me la sono ancora sentita e mi sono affidata alla sua esperienza.

Con il collare ben stretto attorno alla gola, legata al letto di ottone per i polsi e le caviglie, la pallina di plastica che mi riempiva la bocca, mi sono gioiosamente abbandonata e ho scoperto che il piacere che lei era solita darmi diventava ancora più intenso e coinvolgente.  Non avrei mai voluto essere liberata, e intanto mi contorcevo, sudavo, piangevo e venivo mentre lei alternava sapienti carezze ed altrettanto sapienti frustate sui miei punti così sensibili.

Quando mi ha tolto la gag-ball ho potuto solo dire “Grazie, mia Signora”, prima di essere quasi soffocata da un bacio dei suoi. Poi mi ha slegata, ma non aveva ancora finito con me.

“Adesso che te la sei goduta, tocca a te lavorare”, mi ha detto, mi ha quasi trascinata nello studio, si è accomodata in poltrona e mi ha fatta mettere a quattro zampe davanti a lei.

Ci sono rimasta per più di un’ora, mi ha detto poi, servendola con le labbra e con la lingua, incitata da qualche colpo di frusta se non facevo quello che voleva, premiata da una carezza e da un complimento se mi comportavo bene.

Ci sarei rimasta ancora di più: era bellissimo e lei non si è accorta che mentre le davo piacere stavo ancora prendendo il mio.

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