Solo per amore

La vita, l'universo e tutto quanto

Mese: dicembre, 2014

Alla fine dell’anno

by cristinadellamore

Sì, insomma, manca ancora un po’, ma come posso sottrarmi al consueto post “quest’anno è andato bene-male-così così (cancellare le ipotesi che non ricorrono) ma quello che viene sarà meglio”? Semplicemente non scrivendolo.

A mezzanotte bacerò mia moglie – e certamente non sarà un’esperienza nuova – e ci augureremo di passare un altro anno felici assieme. E poi lo vivremo e vedremo cosa ci porterà.

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Preparativi

by cristinadellamore

Per il capodanno lei ha organizzato qualcosa, ma non so cosa. Doveva essere una sorpresa, ma ha dovuto dirmi il minimo indispensabile, tipo che ho bisogno di un vestito nuovo, e anche lei.

“Ma deve fare parte della sorpresa, quindi usciamo, ma ognuna per conto suo”, e non ha aggiunto altro, non mi ha detto se doveva essere elegante, sportivo o cosa, e mi ha lasciata lì sulla porta di cosa dopo avermi baciata: lo sa che quando mi bacia io non riesco a pensare a niente, figuriamoci farle qualche domanda.

Poca gente per strada, negozi vuoti. Faccio una prima passeggiata occhieggiando le vetrine, tanto per orientarmi. Questa è una stagione nella quale di solito non compro mai niente, aspetto i saldi, ed è un’esperienza singolare. Sono inesorabilmente attratta verso il negozio più caro, mi innamoro di un abitino nero semplicissimo e quando leggo la targhetta del prezzo è come se il mio cuore venisse spezzato: niente da fare, grazie, anche se credo che mi starebbe benissimo.

Batto in ritirata, e mi trovo davanti ad un’altra vetrina: i prezzi sono molto più abbordabili, ma non c’è nulla che mi colpisca. Sì, invece, ecco quello che cercavo; praticamente è una tuta ma meccanico, senza maniche, cade ampia attorno al vitino di vespa del manichino, fermata da una catenella e i pantaloni sembrano abbastanza aderenti da dover fare a meno di indossare le mutandine. E’ anche nera, non ho bisogno di comprare scarpe e borsetta.

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Incroci pericolosi (2)

by cristinadellamore

Storie di Elfi e di Uomini

Hideanseek tornò di buon passo alla locanda ma la guardia del corpo della Regina gli impedì di vederla. Inutile discutere con l’enorme barbaro piantato davanti alla porta della stanza migliore della locanda, e d’altronde il mago, pur non avendo permesso al suo potere di raggiungerla, sapeva benissimo che la Regina era ancora alle prese con le due puttane che aveva comprato al bordello de La Città.

Ebbe così il tempo di svuotare un buon boccale di vino in un angolo della sala comune della locanda e di riordinare le idee prima di essere raggiunto dal potere della Regina che gli ordinava di presentarsi e di riferire. Avrebbe preferito che la Regina non si servisse il suo potere per scopi così banali, e sì che le aveva già spiegato che ogni potere è unico ed inconfondibile, lascia a lungo una traccia e può essere utilizzato anche per risalire a chi lo…

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Lavori e diritti

by cristinadellamore

Su questa cosa dell’articolo 18 mi sono posta un po’ di domande, ho letto qualche articolo di giornale ed ho confessato di averci capito poco e niente. Allora ho chiesto a lei.

Lei ci ha pensato un po’, attorcigliando un ciuffo di capelli tra due dita come fa sempre quando pensa, prima di andare a colpo sicuro su uno dei tanti scaffali pieni di libri per tirarne fuori uno un po’ ingiallito. Il cognome in copertina era il suo, guarda un po’.

“Lo ha scritto il nonno, dovresti leggerlo ma prima facciamo due chiacchiere”. Già il titolo era imbarazzante, qualcosa come La tutela reale del posto di lavoro: imbarazzante nel senso che non avevo idea di cosa significasse. Lei si è accesa una sigaretta, mi ha fatto segno di accomodarmi sul divano, mi ha preso una mano ed ha cominciato a parlare.

E insomma, mi ha spiegato che per prima cosa qui si sta parlando di licenziamenti individuali illegittimi: sono quelli disciplinati dall’articolo 18, che si applica però solo alle aziende medie e grandi, e per questo lì dove lavoro io no. I licenziamenti illegittimi sono quelli intimati senza una buona ragione, lei ha detto prima “giusta causa o giustificato motivo”, e poi è stata più chiara e mi ha fatto qualche esempio: un dipendente che si rifiuta di fare straordinario non pagato, l’operaio che pretende il rispetto delle regole di sicurezza messe da parte per aumentare il ritmo di lavoro, la donna che si sposa.

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Marco (Dialogo quasi socratico su figli, mogli e cali di reddito)

by cristinadellamore

Leo* si era addormentato sul mio petto e Maria Carla* era andata con lei a metterlo a letto. Ero rimasta con Marco* a dar fondo alla bottiglia di picolit; è mio cognato, ma a lei non assomiglia per niente: è più scuro di pelle, di capelli e di occhi, ha anche le labbra molto più carnose che, come mi aveva detto Maria Carla*, sapeva usare in maniera eccezionalmente delicata.

Marco: “Leo* vi adora, non potrebbe avere zie migliori di voi. E adesso Maria Carla* vorrebbe il secondo”.

Io: “Perché no? Sta bene, è giovane, e ve lo potete permettere. E a te i bambini piacciono”.

M. : “A me piace mio figlio, piace la mia donna, insomma la famiglia mi piace, e non lo avrei mai creduto”. (Fa lo stesso sorriso del figlio, mite ma sicuro, e se non fossi già sposata con lei mi inginocchierei davanti a lui per chiedergli di concedermi l’onore di fargli un pompino.)

Io (Mi do figurativamente un pizzicotto per scuotermi prima di aprire bocca): “E allora, perché no?”

M. : “E’ una cosa che non dovresti riferire a lei e a Maria Carla*: le cose non vanno proprio benissimo, in questo periodo”. (Mio cognato è alla testa di una strana e complicata costellazione di società nel campo immobiliare: fondamentalmente compra e rivende appartamenti, e ci guadagna tantissimo; lei ha una quota del 50% in queste attività, sono soldi che però non ha intenzione di toccare.)

Io: “Non mi dire che state diventando poveri”.

M. : “Certamente no. Ci hanno insegnato a spendere meno di quello che guadagniamo. Però sono un po’ preoccupato. Ti dispiace se fumo?”

Io: “Sei a casa tua, e il toscano mi piace”.

M. :”Insomma, secondo te dobbiamo farlo questo bambino?” (Accende il mezzo toscano ed io dilato le narici, è un bel profumo. Ho smesso di fumare da qualche anno, ma l’odore del fumo mi piace ancora. E quello che fa lei col fumo delle sigarette è una cosa meravigliosa.)

Io (Mi viene quasi da piangere, lo vorrei anche io un bambino, e mi piacerebbe se il donatore fosse lui, ma sarebbe in qualche modo incestuoso): “No, non puoi chiedermelo, è una cosa che dovete decidere voi due”.

M. : “Sai, te lo chiedo perché mi fido tantissimo di te. E poi ho paura che Maria Carla* la prenda male, se le dico che non è il caso”.

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Un dolcissimo natale

by cristinadellamore

Abbiamo avuto anche noi il nostro film di natale, lo abbiamo visto abbracciate sotto una copertina, piluccando gli avanzi del cenone della vigilia.

Era pieno di pupazzoni blu, di cavalli con un esagerato numero di zampe e di lucertoloni volanti, e in fondo era la storia di John Smith e di Pocahontas con complicazioni intergalattiche e qualche riferimento alle guerre in Iraq della famiglia Bush.

Quasi tre ore che sono volate via, non saprei dire se per merito del regista o delle carezze che ci siamo scambiate quando l’azione rallentava e partiva il messaggio, e come aveva ragione quel tycoon di Hollywood quando diceva “If you have a message, send it Western Union”.

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Inconvenienti

by cristinadellamore

Allora, ieri sera abbiamo avuto ospiti, mio cognato con la compagna ed il figlio. Ovviamente il bambino è stato il re della serata, coccolato e ricoperto di regali, ma ci siamo divertiti anche noi.

Abbiamo messo a letto il bambino, che adoro tenere in braccio e chissà che per quest’anno che viene lei non si decida a farmelo, questo regalo, stappato lo spumante, mangiucchiato con scarso entusiasmo il panettone dopo la sontuosa cena che lei, con il mio modestissimo aiuto, ha preparato e ci siamo scambiati i pacchetti.

Non solo per ragioni economiche ci eravamo imposte un rigoroso limite di spesa per i regali, ed è stata bellissima la sorpresa che lei mi ha fatto, un braccialetto sottile e colorato, proprio da ragazzina, come piacciono a me; lei ha apprezzato il girocollo con la piccola pietra.

Poi, da zie premurose, abbiamo suggerito agli ospiti di restare a dormire da noi per non svegliare il nipotino, o comunque non portarlo in giro di notte, e loro hanno accettato. Facendo più piano del solito, ci siamo ringraziate finalmente come si deve per i regali e ci siamo addormentate abbracciate.

Stamattina mi sono svegliata un po’ rintronata – cibo, vino, amore, sesso, tutto assieme – e sono andata come al solito a preparare il caffè con indosso solo il regalo e mi sono scontrata con mia cognata che, nella stessa tenuta, aveva avuto la medesima idea.

“Sai”, mi ha detto per niente imbarazzata mentre io ero diventata viola, “si vede che sono fratello e sorella, hanno gli stessi gusti, caffè a letto e coccole per svegliarsi. Non hai una caffettiera più grande?”

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Condivisioni

by cristinadellamore

Come fringe benefit del nuovo lavoro, lei ha avuto anche l’abbonamento ad una società di car sharing; una tesserina bianca e blu, un codice segreto ed una app per il telefonino, e si sale in macchina, se la si trova nelle vicinanze.

Ha deciso che per andare alla serata con gli amici, un aperitivo in Centro per augurarci buone feste, possiamo usarla, “così ci mettiamo anche un vestito elegante”. Le brillavano gli occhi mentre lo diceva, sapevo a che cosa intendeva alludere. Però siamo troppo sotto Natale, o forse ci sono ancora poche macchinette, quelle strane, a due posti e senza frizione, e insomma trovarne una è stata un’impresa, la più vicina mi è sembrata a qualche chilometro anche se secondo la app erano solo quattrocento metri, e faceva freddo, c’era una sgradevole umidità che ti entrava nelle ossa.

La macchina profumava di nuovo ma non era proprio pulitissima, e c’era anche poca benzina, ma insomma l’abbiamo presa e ci siamo avviate; lei non era la prima volta che ne guidava una di quel tipo, ma la vedevo meno sicura di sé, un paio di volte abbiamo avuto qualche sgradevole sobbalzo e lei si è scusata dopo aver masticato qualche maledizione, e io ho capito che aveva cercato la frizione col piede sinistro e, invece, aveva frenato.

C’era anche traffico, intenso ma per fortuna non bloccato. Era il momento di intervenire per aiutarla a rilassarsi, aveva avuto una settimana pesante e non aveva molta voglia di uscire, avevo insistito io.

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Una tazza di caffé

by cristinadellamore

Ovviamente l’impianto di climatizzazione in ufficio doveva andare in crisi in una delle poche mattinate fredde di questo dicembre, e precisamente in quella in cui mi era vestita in maniera particolarmente elegante per l’incontro con i clienti. Prima di uscire lei mi ha guardata come sa fare e mi ha dato ben più di un cenno di approvazione, quello sguardo ed il suo bacio più profondo del solito promettevano molto per la serata; però tailleur di seta, camicetta di pizzo, calze velatissime e Chanel open toe non proteggono molto dai rigori dell’inverno, soprattutto quando devi stare a lungo seduta, sorridere e pensare alla discussione in corso.

Per una volta mi sono sentita solidale con la stagista bionda che rabbrividiva nel suo tubino nero senza maniche e nelle sue decolté. Quando mi ha portato la prima tazza di caffè bollente della giornata le ho sorriso e la ho ringraziata con meno distacco del solito, ricevendone in cambio uno sguardo più devoto che meravigliato, da cagnolina che riceva una carezza mentre si aspettava un calcio o un passa via.

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Incroci pericolosi (1)

by cristinadellamore

Storie di Elfi e di Uomini

Hideanseek era a disagio, nel locale sottostante la bottega di speziale di Petar. Era solo, e lì c’era qualcosa che gli impediva di utilizzare il suo potere. Petar lo aveva accolto con grandi cerimonie, aveva chiuso la bottega per dedicarsi completamente a lui, o almeno così aveva detto, e lo aveva accompagnato in quello che aveva chiamato il suo laboratorio. Si sarebbe aspettato storte, alambicchi, fuochi e fornelli, e invece c’era solo un disegno a grandezza naturale del corpo umano, appeso alla parete di fondo, ed un tavolo coperto di fogli di carta più o meno spiegazzati e più o meno scarabocchiati. Petar lo aveva pregato di attendere per qualche minuto ed era sparito, e il mago non si era subito accorto che il padrone di casa aveva sprangato la porta del locale.

Si rese finalmente conto che poteva utilizzare il potere su se stesso e lo fece per bloccare…

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Ferito a morte

Si gira sempre intorno alle stesse cose, vita elicoidaile, vita elicoitale

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