Solo per amore

La vita, l'universo e tutto quanto

Mese: agosto, 2014

Il vestito vecchio dell’Imperatrice

by cristinadellamore

Non glielo avevo mai visto, quel vestito.

Maglina di cotone, lungo fino ai piedi, mezze maniche. Ma ha due spacchi che arrivano fino alle anche ed è così aderente e sottile che invece di coprire esalta ed evidenzia quel corpo che amo. Per chiunque la incroci per strada, uno spettacolo, e per me un vero tormento. E tormentata sono stata per tutto il tempo, fino a che non siamo tornate a casa e l’ha tolto per appenderlo con cura nell’armadio.

L’ha fatto davanti a me, perché sa che adoro guardarla spogliarsi, ma io non riuscivo a essere felice di vederla nuda per me.

Lei deve essersi accorta che non ero contenta, ci ha pensato solo un attimo e ha capito perché. Mi ha chiesto scusa e mi ha promesso che quel vestito, da adesso in poi, lo indosserà solo per me.

Estate, forse

by cristinadellamore

Ieri sera è stata lei a posare il capo sul mio petto, a chiedermi di abbracciarla forte, ad addormentarsi in un istante.

Io sono rimasta sveglia per un po’, non volevo muovermi per non disturbarla, avevo addirittura paura di respirare troppo forte, avrei voluto accarezzarle almeno in capelli ma mi sono trattenuta e mi sono addormentata con il suo dolce peso addosso.

Stamattina mi sono svegliata per prima, la sveglia non aveva ancora suonato, e lei mi ha trovata che la fissavo, e deve aver letto e capito tutto quello che c’era da capire e da leggere dentro di me.

“Sai”, mi ha detto dopo aver accettato il mio bacio del buongiorno, “tu scrivi sempre del mio odore, ma per una volta potremmo raccontare del tuo. Muschio e lavanda, più lavanda nel solco tra i seni, e man mano che mi avvicino all’inguine sempre più muschio”.

Con un gesto velocissimo ha infilato un dito gentile dentro di me, e me lo ha appoggiato sulle labbra come per mettermi a tacere.

“Del sapore”, ha concluso, “parleremo un’altra volta”.

Un segno che prima non c’era

by cristinadellamore

Stamattina lei mi ha colta di sorpresa.

Ero appena uscita dalla doccia e me la sono trovata davanti, con gli occhi che fa sempre quando ha voglia di me, ha abbassato la testa e mi ha dato un morso, sul seno, proprio lì dove, quando metto una camicetta, si vede se la lascio un po’ sbottonata.

“Ho voglia ma non abbiamo tempo, ma così mi porterai con te per tutto il giorno”, ha detto senza scusarsi.

Ed io ho messo la camicetta e l’ho lasciata un po’ sbottonata, e ogni tanto ci ho passato due dita sopra, e l’ho desiderata sempre di più, ogni istante che passava.

Persico contest

by cristinadellamore

Il trancio di pesce persico è quanto di più lontano possa essere dall’esperienza di mangiare il pesce, e non solo perché arriva dal cuore dell’Africa, ma perché in realtà non sa proprio di niente.

“Più è difficile più dà soddisfazione”, ha dichiarato lei, ed io ho accettato la sfida: ognuna di noi ne avrebbe preparato uno a modo suo, e la cuoca peggiore avrebbe servito, in bagno ed a letto, la migliore, per due giorni.

Abbiamo messo anche il limite di tempo di mezz’ora  e quello della cottura, con il divieto di forno.

Pronte, via. E qui sono stata avvantaggiata dal PC un po’ più veloce del suo, nello sfogliare le ricette grazie al motore di ricerca di Mountain View. Ho preferito una preparazione semplice, con pochi ingredienti, ed ho effettuato anche una piccola variazione.

Intanto lei si affannava a pelare, tagliare e triturare non capivo cosa.

Alla fine, il mio persico in salsa ghiotta si lasciava mangiare, il suo in crosta di mandorle, purtroppo, è risultato bruciato nella crosta e crudo nel pesce.

L’avevo preparato facendo rosolare nell’olio e nel burro qualche filetto di alice ed uno spicchio di aglio; quando l’aglio è diventato scuro l’ho tolto ed ho fatto rosolare il trancio di persico che avevo leggermente infarinato. Ho sfumato con mezzo bicchiere di vino ed ho  una manciata di capperi che avevo ben pulito in acqua corrente per liberarli dal sale.

 

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No, non è l’Ice Bucket Challenge

by cristinadellamore

Allora, un caro amico mi ha nominata per questa cosa qui:

  • “The Very Inspiring Blogger Award”, nomination che si attribuisce ai blogger e ai blog che si considerano fonte di ispirazione nell’ambito di riferimento, in questo caso specifico l’ambito Beauty: Nel mio caso, bellezza interiore che si converte e sostiene la bellezza esteriore…
    tratto da NaturaNatura – Blog di Sara

Ovviamente ringrazio. Ma le cose sono un pochino più complicate di così, naturalmente, perché ci sono delle regole (tipo: “Questo non è il Vietnam! Ci sono delle regole!), che elenco qui di seguito:

1- Ringraziare la persona che ti ha nominato 
2- Elencare le regole della nomination 
3- Condividere sette fatti su di te
4- Nominare altri 15 blog e lasciar loro un commento per la nomination 

E qui diventa difficile. Ho dato corso ai punti 1 e 2, mi pare, ma già dal punto numero 3 vado un po’ in crisi (figuriamoci, stavo per preparare un post che parlava di tutt’altra cosa). Comunque ci provo:

  1. chi legge questo piccolissimo blog sa che sono felicemente sposata con una donna meravigliosa;
  2. non ho la patente ma conto di prenderla quest’anno, anzi di prendere sia la patente A che la patente B. Mia moglie mi scarrozza in giro e non è giusto che io non le dia il cambio, se magari una sera vuol bere un bicchiere di più;
  3. io non ho aperto questo blog, è stato un regalo di mia moglie, blogger a sua volta, per aver superato, anche se un po’ in ritardo, l’esame di Stato (maturità, per i meno giovani);
  4. vorrei tanto essere una rossa con gli occhi verdi e le lentiggini (cosa c’entra? Decidete voi);
  5. non guardo la televisione, e non sono in grado di rispondere a tono se mi parlate di Breaking Bad o di House of Cards. Spero vi accontenterete, nel caso, di un sorriso fintamente interessato;
  6. sto scrivendo un romanzo, ispirata in questo da Just, l’amico che mi ha nominata. Non avevo mai letto niente di fantasy, per adeguarmi all’andazzo imperante di approssimazione e dilettantismo, ho deciso di scrivere proprio un fantasy, un po’ noir e abbastanza porno;
  7. sogno nel cassetto: un figlio, anzi due, uno mio ed uno di mia moglie, da crescere come due fratelli.

 

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Magari domani

by cristinadellamore

Eravamo partite, come tutte le mattine, in direzione del centro: lei alla guida, io  abbracciata stretta come se ne andasse della mia vita. Ancora poca gente per strada, sole basso negli occhi e, quando ha dato gas tra un semaforo e l’altro ho sentito anche un pizzicorino sulla pelle: l’aria era abbastanza frizzante, con una promessa di autunno.

Ad un semaforo rosso ha messo il piede a terra, e poi ho sentito la sua carezza, gentile e forte, attraverso il sottile cotone dei pantaloni. Mi percorreva lentamente la gamba dalla caviglia al ginocchio, ed era come se non mi avesse toccata per mesi.

Con qualche equilibrismo e mettendo a dura prova il cambio, per tutto il resto del percorso non ha mai smesso di toccarmi e quando mi ha depositata a destinazione, senza neanche togliere il casco o alzare la visiera, ha incurvato le labbra come per mandarmi un bacio. Poi è ripartita rombando, ed io ho sentito quel bacio per tutta la giornata.

Quando è passata a prendermi, alla fine della giornata, ha alzato la visiera e mi ha sorriso, ed io prima di mettere il casco le ho restituito quel bacio col quale mi aveva fatto compagnia. Domani, magari, sarò io a mandarle i bacio, prima di lasciarci.

Sempre di più

by cristinadellamore

Sono andata a fare la spesa. Sulla porta, lei mi ha salutata come fa sempre, abbracciandomi stretta e dandomi un gran bacio, ed è rimasta a guardarmi mentre percorrevo il pianerottolo. Lei dice che le piace desiderarmi, e quando vede che mi allontano sa che tornerò, e così mi desidera ancora di più.

Io invece non desidero che starle accanto, anche una separazione di pochi minuti mi sembra una mutilazione, dopo i giorni di ferie durante i quali siamo sempre state una accanto all’altra. Camminando verso il vicinissimo supermercato mi sono chiesta come farò, da lunedì, a sopportare di nuovo la separazione, poi l’ho sentita, improvvisamente, vicinissima, tanto che mi sono voltata; non c’era, ovviamente, ma io sentivo il suo profumo e, più ancora, l’odore del suo corpo quando ci abbracciamo e ci addormentiamo dopo aver fatto l’amore.

E allora lì, in mezzo alla strada ancora deserta in questo pomeriggio di agosto, ho capito che davvero noi non ci separiamo mai.

Posso aspettare con fiducia il lunedì che verrà, come ogni altro giorno. Io la porto dentro di me.

Tanto, mai troppo

by cristinadellamore

“Sì, è molto lungo e molto grosso, ma stasera voglio sentirti urlare e piangere, di gioia come fai tu, e starò bene anch’io accanto a te. Apriti come sai fare, fammi sentire il tuo odore segreto, che è solo per me, e stringi forte le sbarre del letto. O forse vuoi che ti leghi? No, stasera no, sarai prigioniera di te stessa, prima della tua volontà, poi del tuo piacere.

Faccio piano, ti dilati per me e lo vedo entrare poco a poco. No, non chiudere gli occhi, guardami e guardati, come sei bella con gli occhi sgranati e le labbra semiaperte. La prossima volta ti metto la gag-ball e prima di cominciare ti lecco le labbra, ma stasera voglio vedere la tua bocca che si spalanca nel grido di gioia.

Non fare così, è solo metà, ce n’è ancora tanto, non resistermi. Lo so che ti piace, e me ne accorgo anche adesso, ti sento che ne vuoi di più.

Ancora un po’, più forte, dillo più forte che mi ami, che sei mia e che ci sono catene più forti di quelle che stasera non abbiamo usato che ci tengono unite. Non sento, più forte, fino a spezzarti la gola, e poi leccherò via ogni goccia di sudore dai tuoi seni, ogni stilla di piacere che scivolerà fuori dal tuo corpo.

No, non abbiamo ancora finito. Stringi più forte le sbarre del letto, voglio vedere le tue dita adorate che diventano bianche, e voglio immaginare le tue unghie che affondano nella mia schiena e nelle mie natiche come quando uso lo strap-on e mi inciti ad affondare di più.

Più forte, per il mio piacere che si mischia al tuo, e adesso le urliamo assieme, tu ed io, le due parole più facili e difficili da pronunciare, ti amo”

Una giornata così

by cristinadellamore

Non era successo nulla. Mi ero svegliata accanto a lei, e lei, come sempre, mi aveva sorriso e dato il bacio del buongiorno.

Però quando mi sono alzata mi sono sentita improvvisamente triste; sotto la doccia ho cominciato a piangere, e non ho più smesso. Avvolta nell’accappatoio, mi sono rincantucciata in un angolo, e ho pianto tutte le mie lacrime e anche qualcuna di più. Lì, da sola, in una stanza buia di questa grande casa umida e fresca, per tutto il giorno.

E lei non si è fatta vedere.

Ho smesso di piangere solo quando la giornata, una lunga e soleggiata giornata di agosto, finiva. E mi sono trovata davanti lei, con un sorriso dolce ed una grande tazza in mano.

“Bevi”, mi ha detto, “non devi dirmi niente, capita anche a me, qualche volta, e so che devo restare sola”.

Presi la tazza: era brodo, ma profumato e dolce.

“Dovrebbe esserci il porto, dentro, ma qui ho trovato solo il marsala. Ti farà bene, come fa bene a me”.

La guardai oltre l’orlo della tazza: era pallida e con le occhiaie. Mi sono fatta promettere che, la prossima volta, non avrebbe passato tutto il giorno dietro la porta, al di là della parete, ad ascoltare ogni mio respiro. Almeno doveva allontanarsi per andare a mangiare un boccone.

 

Parole importanti

by cristinadellamore

Lei guidava, concentrata e attenta; rispettava i limiti di velocità e ci stava portando a casa dopo le nostre vacanze d’amore così belle.

Io la guardavo di sottecchi, facendo finta di digitare qualcosa sul telefonino, e la trovavo sempre più bella.

“Lo so che mi guardi”, mi ha detto improvvisamente lei, ed ha approfittato di un tratto di autostrada più libero per mettermi una mano sul ginocchio, ed in quel momento mi sono maledetta per aver indossato i jeans. Avessi messo la gonna a pieghe avrei sentito di più la sua carezza, e allargando leggermente le gambe la avrei invitata a salire più in alto, fino a sentire il mio umido calore.

“Io non posso farlo perché sto guidando, ma devo anche stare attenta a quello che penso, altrimenti ti vedo nel parabrezza, bella e nuda, pronta per essere abbracciata. Lo sai, vero che ti amo?”

Non ho risposto: lo so, e lei sa che io amo lei

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