Alla greca
di cristinadellamore
Olive, moussaka, foglie di vite ripiene, tzatziky, spiedini, retzina e ouzo. E poi hanno inventato la democrazia, che è proprio una parola greca.
Abbiamo appena una vaga speranza che possa capitare anche in Italia? Per il momento direi di no: tanti perdenti storici della nostra cosiddetta sinistra hanno già cercato di mettere il cappello sulla vittoria di Alexis Tzipras in Grecia, e avrebbero fatto meglio a tacere, visto quello che hanno combinato in occasione delle elezioni europee, col quorum raggiunto per grazia ricevuta ed i successivi assurdi giorni dei lunghi temperini per dividersi la piccolissima torta dei quattro seggi a Strasburgo.
Insomma, ce lo meritiamo, Renzi. Io mi verso un altro bicchierino di ouzo, brindo con lei e mi faccio venire in mente qualche idea per il seguito della serata.
Io sono un pessimista, non lo nego.
Da una parte c’è la speranza che codesto Tzipras davvero trasformi le parole in fatti. Dall’altra c’è la certezza che il Dio Denaro schiaccerà lui come tutti gli altri.
Tanto per cominciare ha già necessità di allearsi con qualcuno che non parla certo come lui.
Colgo l’occasione per dirti che ho letto un racconto bellissimo (per me) di David Foster Wallace dal titolo “Piccoli animali senza espressione” dalla raccolta “la ragazza dai capelli strani”, e mi sei venuta in mente te.
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i Greci Alexis Tzipras lo hanno eletto, già, elezioni, massima espressione della democrazia che a noi viene negata da tre governi abusivi consecutivi.
la sinistra italiana lucida le scarpe al capitalismo mondiale, cede pezzi di sovranità e identità nazionale, affama i poveri per favorire i ricchi, taglia sanità, istruzione e sicurezza, i tre punti cardini di una società evoluta. Non che gli altri siano meglio ma almeno non hanno sulle spalle ruoli sociali storici. Come dire… se proprio devo farmi sodomizzare, almeno mi sia consentito di scegliere il sodomizzatore.
Risposta:
Solo un appunto, sulla faccenda dei governi abusivi. La vulgata della Seconda Repubblica prevede l’unzione con l’olio santo del voto popolare, ma l’Italia è ancora una Repubblica Parlamentare: il governo deve avere la fiducia di entrambi i rami del Parlamento, e quindi solo mediatamente dagli elettori che le camere hanno eletto.
Per il resto, come non concordare?
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