Solo per amore

La vita, l'universo e tutto quanto

Mese: luglio, 2021

Fetish

by cristinadellamore

Non ci sono commenti da fare. Pubblicato per la rima volta il 6 febbraio 2015.

Mario Siniscalchi

“Mi hai lasciata qui aperta e fradicia, dove sei finita? Eccoti finalmente; che belli quegli stivali, sono nuovi? Non te li avevo mai visti, ti stanno benissimo, così neri e lucidi sulla tua pelle bianca. Bello anche il frustino, nuovo anche quello, vero? E’ proprio di pelle intrecciata, deve essere carissimo. Non hai bisogno di darmi ordini, mi inginocchio e abbasso la testa, tiro fuori la lingua e comincio a leccare. Parto dalla suola, come si deve. Grazie, Padrona, brucia un po’ la frustata sul culo, ho capito, vuoi che inghiotta il tacco a spillo, fino in fondo, così. Grazie, Padrona. No, non ho capito, allora vuoi che stia ferma ed attenda ordini. Così, gomiti e ginocchia, il culo più in alto della testa. Lo so che ti piace il mio culo, sento che lo accarezzi e cerco di non tremare, so che devo restare immobile.
Grazie, Padrona, sì, mi sono mossa e non dovevo, ma sotto le tue mani non riesco proprio a comportarmi bene. Grazie, Padrona, ma se continui così mi fai venire qui ed ora, e non posso e non devo. Oddìo, mi manca il respiro, che bello il tacco dello stivale nel culo, più a fondo, ti prego. Grazie, Padrona, sì, ho capito, faccia a terra, mi allargo con le mani, così per te è più comodo. Anche se ti sento di meno mi piace ancora di più, sono tutta tua, non ne puoi dubitare. E sì, me lo hai ordinato ed eccomi, vengo per te, Padrona, così come sto, grazie, Padrona, grazie, amore mio”.

Risorse

by cristinadellamore

Anche oggi ho aggiornato qui la storia fantasy della nostra amica Cristina. Non ho voglia di aggiungere altro.

Mario Siniscalchi

La camicia bianca

by cristinadellamore

Non mi stancherò mai di sottolineare la complicità totale e perfetta tra la nostra amica Cristina e la sua lei – Stella. Anche questo breve post, pubblicato per la prima volta il 4 febbraio 2015, la sottolinea magistralmente.

Mario Siniscalchi

Il pacco era quasi più grosso di me, sigillato e risigillato, coperto delle etichette del corriere espresso, con il logo di uno sconosciuto sito di e-commerce.

“No”, mi ha detto lei, “non è famosissimo, ma era loro cliente papà, roba bellissima, guarda”.

Con l’aiuto di un paio di grosse forbici ha rapidamente sventrato lo scatolone ed ha portato alla luce il contenuto, camicie di cotone.

“Sono da uomo, ma non ho resistito, ricevo ancora le loro mail promozionali nella casella di papà e le ho comprate”.

Quattro camicie, due bianche e due celesti, cotone un po’ pesante, colletto con i bottoncini, cifre ricamate sotto il taschino. Le mie e le sue, due camicie a testa.

“Prova questa bianca, io mi metto quella celeste”, ed in un lampo è scivolata fuori dalla felpa vinaccia che le ho regalato e che indossa ogni volta che può. Ho avuto la visione dei suoi seni con i capezzoli deliziosamente ritti, uno spettacolo del quale non mi sazio mai e con le mani un po’ tremanti ho sbottonato il vestito indossato la mattina per andare in ufficio.

Ho sentito i suoi occhi su di me mentre lo lasciavo cadere a terra: avevo indossato la biancheria più sexy, per il piacere di sentirmela addosso tutto il giorno, ed ora ero davanti a lei con il reggiseno a balconcino, l’alto reggicalze, il perizoma e le lunghe calze con la riga, tutto in pizzo nero. Lentamente ho sbottonato la camicia, mi sono fatta aiutare a togliere gli spilli che la fissavano al cartoncino bianco ed alla carta velina, la ho indossata.

Mi andava a pennello, o almeno così mi è sembrato. Ho provato ad abbottonarla e non ci sono riuscita: certo, era all’incontrario.

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Di nuovo

by cristinadellamore

Ho pubblicato anche oggi il nuovo capitolo della storia fantasy della nostra amica Cristina: lo trovate qui.

Vi confesso che dopo quasi due anni trovo questa attività sempre più faticosa e dolorosa.

Mario Siniscalchi

Nella norma

by cristinadellamore

Con questo post, pubblicato per la prima volta il 3 febbraio 2015, comincia il racconto del viaggio della nostra amica Cristina e della sua lei – Stella – alla ricerca di un figlio. Leggendolo, e già sapendo quello che è accaduto dopo, la mia tristezza aumenta.

Mario Siniscalchi

Il batuffolo d’ovatta, poi l’ago acuminato nella morbida pelle all’interno del gomito a cercare la vena che scorre sottopelle, il sangue rosso, scuro, denso che riempie le fialette. Lo stiamo facendo assieme, ed ho la conferma che se c’è una cosa di cui lei ha paura sono proprio gli aghi.

Cerotto, altrimenti la manica della camicia bianca di cotone si potrebbe macchiare e sarebbe un peccato, un bacio ed un caffè: da pallida che era, lei riprende colore, tanto da raccontare ancora un pezzetto della sua vita prima che ci fossi io, quella vita di cui sono gelosa.

“Mi viene da papà, credo. Anche a lui facevano paura gli aghi, e considera che ai suoi tempi, quando era un bambino, molte medicine che adesso si prendono in pillole, erano somministrate sotto forma di iniezione”.

Non ci ho mai pensato. Io sono stata una bambina sanissima, ed a maggior ragione il mio lungo ricovero in ospedale prima, in clinica poi, aveva aggiunto angoscia al dolore ed alla vergogna dell’aggressione. Per fortuna, quando sono uscita dalla clinica ho trovato lei ad aspettarmi, a porgermi una mano, ad offrirmi una spalla su cui piangere ed un letto in cui riscaldarmi al suo tepore.

Devo essere impallidita io, al ricordo, ed è lei a baciare me ed a offrirmi mezzo cornetto.

“Papà diceva sempre che grazie a questa sua paura si era tenuto alla larga dall’eroina: quando era ragazzo era una specie di malattia sociale, quasi ogni mattina leggeva sul giornale il nome di un amico o di un conoscente trovato fulminato, con l’ago ancora in vena”.

E adesso, si parla tanto di cocaina e di droghe sintetiche, ma l’eroina credo che esista sempre, magari ci si muore di meno. Mi piacerebbe informarmi, chi lo sa.

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In attesa

by cristinadellamore

Trovate qui, come tutte le domeniche, il nuovo capitolo della storia fantasy della nostra amica Cristina.

Io oggi ho incontrato per caso una persona che mi è stata molto cara. Posso dirlo? Mi è ancora molto cara, mentre io non lo sono più per lei. Peccato.

Mario Siniscalchi

La confessione

by cristinadellamore

Non credo ci siano commenti da fare: è semplicemente bellissimo. Pubblicato per la prima volta il 1 febbraio 2015.

Mario Siniscalchi

Avevo fatto tardi, l’ennesima inutile riunione si era prolungata in maniera assurda, poi l’autobus che non passava mai, poi il traffico, e insomma non ne potevo più, mentre aprivo la porta di casa sognavo solo un bacio da lei e poi una vasca d’acqua bollente.

Lei mi aspettava nell’ingresso, aveva addosso solo la maglietta bianca che le arriva quasi alle ginocchia e mi è subito sembrato strano, visto che era una serata fredda. L’ho abbracciata, l’ho baciata ed ho sentito le sue labbra fredde contro le mie.

Poi si è liberata dal mio abbraccio ed è elegantemente scivolata in ginocchio davanti a me. Ha appoggiato la fronte contro la mia gamba ed ha parlato a voce bassissima.

“Devo parlarti, ed è una cosa seria”, ha detto.

Sono rabbrividita, lì com’ero, con il piumino ancora addosso, la borsetta che penzolava da un braccio, gli stivaletti umidi improvvisamente diventati gelidi e troppo stretti. Come una sonnambula ho lasciato cadere la borsetta, fatto scivolare dalle spalle il piumino e mi sono accomodata sulla venerabile poltrona di pelle del bisnonno.  Lei si è di nuovo inginocchiata ai miei piedi, ha unito i polsi dietro la schiena, ha chinato il capo assumendo la posizione della sottomessa ed ha parlato.

Insomma, lì sul lavoro, c’è questo giovanissimo praticante che continua a farle la corte, mi ha detto, e oggi, dopo un lungo assedio, lei ha ceduto.

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Sole

by cristinadellamore

Qui, come ogni domenica, trovate la nuova parte della storia fantasy della nostra amica Cristina.

Vi dovevo una conferma: ebbene sì, sono stato al mare, sia lunedì scorso che ieri. Ho provato a immergermi nella lettura di un vecchio libro di viaggi ma è stato inutile. Non facevo che guardarmi intorno, come se Cristina e la sua lei – Stella – dovessero comparire da un momento all’altro per salutarmi.

Mario Siniscalchi

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