Privo di titolo
by cristinadellamore
In una nuova domenica di pioggia ho aggiornato su wattpad la storia incompiuta della nostra amica Cristina, superando l’uggia e soprattutto la tristezza della giornata.
Mario Siniscalchi
In una nuova domenica di pioggia ho aggiornato su wattpad la storia incompiuta della nostra amica Cristina, superando l’uggia e soprattutto la tristezza della giornata.
Mario Siniscalchi
Pubblicato per la prima volta il 18 gennaio 2015, è un simpatico bozzetto che in qualche modo segue quello quasi dallo stesso titolo e che ho ripubblicato qualche giorno fa, dedicato alla moglie della deuteragonista (Sara). La nostra amica Cristina si diverte e ci diverte.
Mario Siniscalchi
Sia ringraziato l’inventore degli auricolari per il telefonino.
Paola*: “Grazie per aver risposto subito. Volevo invitarvi per sabato, il primo giorno di carnevale, tu e tua moglie. Festeggiamo, ti va?”
Io: “Figurati, ho visto il tuo numero e sono felice di sentirti”. (E’ vero. Sballottata in un autobus strapieno, unico schermo a mani adunche ed arroganti il piumino che mi ha regalato lei, una chiacchierata è il modo miglior per passare il tempo, e lei non mi chiama mai: dice che non vuole controllarmi, ma io so che non è proprio vero, in realtà ha una certa fobia del telefono da quando ricevette una certa telefonata, ma questa è un’altra storia.)
P.: “Festa in maschera, mi raccomando. So che il preavviso è poco, ma conto sulla vostra creatività che ben conosco”.
Io: “Faremo del nostro meglio per non deluderti”.
P.: “L’anno scorso eravate bellissime, ci conto. E sai, visto che ne stiamo parlando, credo proprio di doverti ringraziare”.
Io: (Schivo una palpata sulle tette girandomi su me stessa, una veronica da torero) “E per cosa?”
P.: “Sara* è cambiata, sai”.
Io: “E cosa c’entro io con tua moglie?”
Qui il nuovo capitolo della storia incompiuta della nostra amica Cristina, in una domenica che più che di metà aprile sembra di metà dicembre e con le strade bloccate, nel quartiere, dalla gara delle auto elettriche.
Mario Siniscalchi
Pubblicata per la prima volta il 17 gennaio 2015, un’altra scheggia di affetto, condivisione e memoria da parte della nostra amica Cristina.
Mario Siniscalchi
Avevamo trovato un avviso, quella mattina, uscendo di casa. Il condominio aveva finalmente deciso, bisognava tagliare le due magnolie che, piantate lì sulla fine degli anni ’50, al momento della costruzione del palazzo, arrivate ormai all’altezza del quarto piano ombreggiavano sì il vialetto di accesso ma con le radici avevano devastato l’ingresso carrabile.
Rapido ed indolore, al nostro ritorno a casa non c’erano più, solo due grossi ceppi al livello del suolo, ed l’allegro portinaio filippino che raccoglieva qualche ramo sfuggito agli operai che avevano portato via il resto.
A lei era scappata qualche lagrimuccia, aveva gli occhi un po’ rossi, e dopo aver accettato il mio bacio mi ha spiegato perché.
“Li avevo visti lì da sempre. Io qui ci sono nata, capisci, ed era una cosa che mi univa ai miei genitori. Quando l’ho raccontato a mio fratello, gli ho mandato una mail, ci è rimasto male anche lui”.
Non c’era che da darle un altro bacio, farla accomodare sul divano e lasciarla parlare; come adoro fare, mi sono accovacciata ai suoi piedi, il capo sulle ginocchia. La sua mano mi carezzava la nuca e intanto mi raccontava di quando giocava col padre, che faceva finta di arrampicarsi lungo i tronchi o la alzava tenendola per la vita per farle toccare qualche ramo, e di quando la madre le diceva di non toccare le foglie cadute per il vento perché potevano essere velenose.
Lo so, oggi era il turno del capitolo su Wattpad e di qualche considerazione, ma ho ceduto alla tentazione ed ho deciso di pubblicare questo post, apparso per la prima volta il giorno di pasqua del 2015.
Auguri.
Mario Siniscalchi
Ieri sera lei ha confabulato a lungo con suo fratello, con la scusa di fare il bagnetto a Leo. Io sono stata gomito a gomito con mia cognata, abbiamo rassettato la cucina e organizzato qualcosa per il pranzo di Pasqua.
Ho scoperto anche che mia cognata è una cuoca raffinatissima, che deve aver seguito più di un corso di cucina a livello quasi professionale, interessante passatempo per un avvocato, e che ci ha promesso per il pranzo pasquale un cosciotto di agnello secondo una complicatissima ricetta francese. Ho scoperto anche che le cose vanno benissimo, tra lei ed il marito, e ne avevo avuto una prova la sera prima, in effetti.
Un altro dolcissimo bozzetto di vita quotidiana che la nostra amica Cristina ha pubblicato per la prima volta il 16 gennaio 2015. Conosco quel ristorante: purtroppo ha cambiato gestione, insegna, menù e camerieri.
Mario Siniscalchi
E’ un ristorante che piace moltissimo a lei, a me un po’ meno, e non solo per il menu; no, d’accordo, si mangia pesce, preparato spesso in maniera creativa, ed altrettanto spesso è molto buono se non ottimo, il problema è la giovane cameriera bionda, con gli occhi chiari ed un piercing sulla lingua, che si prende secondo me un po’ troppa cura di noi. Anzi, di lei, l’ultima volta non ha potuto servirci, e lei è andata a salutarla, e ne ha avuto in cambio un abbraccio e due bacioni sulle guance.
L’altro cameriere in sala è il marito, che porta i capelli più lunghi di quanto li porti lei, stretti per igiene in una coda di cavallo, cortesissimo ed efficiente; ogni volta che si china su di noi mi accorgo che lei sorride e so anche il perché, esplora la mia scollatura e sembra soddisfatto da quello che vede. E sì che oggi ho addosso un maglione a V ed una camicia di taglio maschile abbottonata sino alla gola.
Trovate qui il nuovo capitolo della storia incompiuta della nostra amica Cristina, che ho pubblicato in una domenica resa pigra dal passaggio all’ora legale e dal tepore primaverile giunto quasi all’improvviso; stamattina sono comunque uscito per correre ma le gambe non giravano a dovere, forse per la mancanza di sonno, forse per la malinconia.
Mario Siniscalchi
Pubblicato per la prima volta il 14 gennaio 2015: questa è una delle rare occasioni in cui la nostra amica Cristina non mette in scena la sua lei – Stella. Ma la chiacchierata tra due amiche non è per questo meno interessante.
Mario Siniscalchi
Dunque, quella sera la mia collega ed amica non aveva voglia di tornare a casa. Io, invece, sì, come sempre. Ma aveva bisogno di parlare. E allora aperitivo, salatini e chiacchiere.
Sara* : “Vedi, Paola* sta benissimo, la pancia cresce, ogni mattina si sveglia felice ed ancora più bella”.
Io: “Sono contenta, dobbiamo venirla a trovare, chissà se lei non si convinca a lasciarmene fare uno”.
S. : “Io meno. Condivide meno, è chiusa in se stessa, le basta questo bambino. La notte la sento che parla”.
Io: “Parla da sola?”
S. : “No, parla con il bambino, gli racconta come ha passato la giornata. Sono cose che a me non dice più, ormai”.
Io: “Ma tu gliele chiedi”?
S. : “Per la verità, è un po’ che le parlo meno, arrivo a casa, la saluto, la bacio e scappo in palestra”. (Attimo di imbarazzo, beve in un sol sorso lo spritz e ne chiede un altro, ed io mi preoccupo un po’ perché contavo su un passaggio per tornare a casa.)
Io: “E lei non viene con te”?
S. : “Lei fa ginnastica al mattino presto, prima di uscire. E prima che me lo chiedi, ci resto solo mezz’ora, poi faccio la doccia, mi metto la tuta e la aiuto in cucina”.
Io: “La tuta, capisco”.
S. : “Perché la porta anche lei, così è più comoda. Ma sai che a parte la pancia non è ingrassata per niente”?
Io: “Paola sarà in forma anche il giorno prima del parto, ne sono certa”.
S. : “E poi c’è il sesso, ovviamente”. (Incredibilmente arrossisce, e sì che ci conosciamo fin troppo bene.)
Io (sorridendo complice): “Allora è vero”.
S. : “Cosa”?
Io: “Che quando aspetti crescono le voglie”.
S. : “Non lo so, da quando abbiamo avuto la certezza non lo facciamo più”.
Io (allibita): “Ma come? Eravate così affiatate”.
S. : “Cioè, la dottoressa ci aveva detto di essere un po’ caute, almeno i primi due mesi, e allora non l’abbiamo fatto per niente. Poi, cosa posso dire, non se ne è più parlato. Ti invidio un po’, adesso, si vede che con lei andate sempre alla grande”.
Io (mi spremo le meningi per trovare qualcosa di intelligente da dire): “E perché non ne parlate? Anzi, perché non lo fate e basta”?
S. : “Sai, mi sono sempre chiesta cosa succede in una coppia etero. Magari lei si vergogna, a lui fa schifo il pancione, i seni gonfi. E magari lui va a puttane, lei ci prova con l’idraulico, insomma, cose così”.
Io: “Paola si vergogna?”
Qui la nuova parte della storia incompiuta della nostra amica Cristina.
Una domenica come tutte le altre da un anno a questa parte, e continuo a chiedermi cosa avrebbe scritto, Cristina, durante questo anno così particolare: Dobbiamo restare, purtroppo, con la curiosità, che si aggiunge al rammarico per la perdita che abbiamo subito.
Mario Siniscalchi
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