Andate e ritorni

di cristinadellamore

Dopo il Raccordo, ma molto dopo. Lei non è andata a studio e mi ha lasciato la moto, io mi sono vestita da pornomotociclista con pantaloni, giacca di pelle e stivali e mi sono avviata, e forse mi rimborseranno la benzina o forse no, e insomma arrivo anche più in fretta di quanto avessi previsto, e per fortuna non sono superstiziosa perché questi potenziali clienti lavorano il marmo.

No, non si occupano di pavimenti e cose del genere, ma di lapidi. In effetti siamo a due passi da uno dei cimiteri di Roma, e per fortuna è una bella giornata di sole, non voglio neanche pensare all’impressione che mi avrebbe fatto in una vera giornata autunnale con le nuvole basse e con la pioggia lo spettacolo delle lastre pronte per essere incise con nome, cognome e due date, e magari una bella foto.

C’è polvere, gli stivali neri sono diventati bianchi, me la sento anche in mezzo ai denti, magari li pulisce e li sbianca, e come vi immaginereste un cavapietre? Esattamente come me e come è il titolare, grande, grosso, muscoli sotto uno strato di grasso perché ormai non lavoro più con le braccia ma con il cervello che dietro gli occhi piccoli e neri si intuisce pronto ed acuto.

Mi fa la radiografia: ci sono abituata, quello che ho addosso più che coprire esalta, forse è stato un errore ma ormai sono in ballo e devo ballare.

Ci chiudiamo in una sorta di sgabuzzino polveroso e buio chiamato pomposamente ufficio; in un angolo, una ragazza con una severa crocchia nera, faccia pallida ed occhi nerissimi che mi squadrano con furia appena repressa, e mi chiedo cosa le ho fatto. Scavata e famelica, ma c’è una certa aria di famiglia: come mai non ne sono sorpresa?

Una parete è coperta da scaffali pieni di registri, ed è il motivo per il quale sono qui; magazzino, contabilità gestionale, fatture, bilancio, hanno bisogno di tutto, e la ragazza intanto spunta un elenco con matita e gomma da cancellare, sono in ritardo con i dati di bilancio da presentare in banca per il rinnovo del fido.

Potrebbe essere la lista degli ingredienti di qualche pozione magica, non è il mio mestiere ed è un errore, qualcosa dovrei imparare anche di questo, lei mi ha offerto il suo aiuto ed un paio di libri, tanto per farmi un’idea di quello che i nostri programmi devono affrontare nel grande mare della contabilità aziendale.

Nonostante lo sguardo a succhiello del titolare, nonostante le occhiate gelide della ragazza, la vendita va in porto, e non è poco. Un po’ mi dispiace per il nerd della produzione cui toccherà seguire questo cliente, ma si tratta della pagnotta.

E alla fine, proprio alla fine, rischio di mandare in vacca tutto quanto: quando mi offre, a puro prezzo di costo, la mia lapide, ecco, non riesco a non ridergli in faccia e mi dispiace, per la prima volta in vita mia, di non essere un maschio e di non avere niente da toccare in un plateale gesto apotropaico.