Risotto per uno
by cristinadellamore
La nostra amica Cristina continua a raccontarci il suo viaggio di lavoro a Milano. Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 22 gennaio 2015.
Mario Siniscalchi
Anzi, per una. Me lo merito, dopo una giornata al galoppo attraverso Milano, che per me rimarrà, fino a nuovo avviso, una sequela di viali umidi, un cielo grigio ed un continuo, basso ruggito di traffico.
L’albergo in cui sono scesa appena arrivata, ebbene, l’ho scartato subito: periferia squallida, classico non-luogo direbbe lei, non ci sono nemmeno buoni collegamenti; per di più, non mi è sembrato neanche pulitissimo, le stanze sono piccole e la sala riunioni che vorrebbero affittarci è cupa e cavernosa. Non da ultimo, al mattino dopo, la colazione era composta da caffè bruciato, latte inacidito, cornetti stantii e solitarie fettine di formaggio giallo e rinsecchito. Certo, il mio giudizio è così severo anche perché ho dovuto passare la notte da sola, mentre lei era a seicento chilometri da me; ho firmato il conto, aspetteranno tre mesi per il saldo, e mi sono fatta portare in centro.
Lì, quasi uno accanto all’altro, c’erano i due alberghi, un po’ più cari, che pure ci avevano inviato i loro preventivi. Sono entrata nel primo, ho preso possesso di una stanza decisamente più confortevole ed ho ispezionato, assieme ad una gentile vice direttrice, i locali destinati alle riunioni: insomma, erano sempre sotto terra, ma mi sono sembrati più gradevoli ed ariosi, specialmente uno, fatto ad anfiteatro.