Dichiarazioni

di cristinadellamore

Qualche volta pagare le tasse è bellissimo. Ne sembra convinta la nostra amica Cristina, almeno in questo post pubblicato per la prima volta il 24 maggio 2015.

Mario Siniscalchi

Lei ha passato nello scanner fatture e ricevute, bollette e documenti, e mandato tutto al commercialista, e mi guarda di sottecchi, comodamente affondata in poltrona, mentre affronto il sito dell’Agenzia delle Entrate. C’è il mio 730 precompilato, ma raggiungerlo è una specie di videogioco, mi sento molto Lara Croft alle prese con mostri vari e trabocchetti di ogni genere: quando l’azienda deciderà di offrirci un servizio del genere sarà sempre troppo tardi.

Dopo aver scansato una piscina piena di piranhas, o qualcosa del genere, raggiungo finalmente la mia dichiarazione dei redditi. Vediamo, c’è lo stipendio, ci sono le trattenute, mancano ovviamente le detrazioni. Lei mi ha spiegato cosa e come fare, ho raccolto tutti gli scontrini della farmacia in un mucchietto ordinato, e ho fatto la somma, due volte: ora devo capire come fare ad inserire il totale, e dove.

Fa caldo? Sto cominciando a sudare, mi trovo in mano un bicchiere gelato con un vino profumatissimo, lei si diverte ma pensa sempre a me.

Sento lo sgradevole rintocco che segnala un errore ma non mi preoccupo: uno dei nerd della produzione mi ha spiegato due o tre trucchetti, aveva gli occhi fissi sulle mie tette ma parlava appassionatamente e con competenza. Io eseguo e, davvero, funziona.

Ultimo passo, in realtà sono a credito, ed ecco che arriva un altro segnale di errore; non se ne parla, i quattro soldi del mio fondo pensione sono già stati tassati per l’operazione 80 euro, questi altri quattro soldi di rimborso li voglio, smanetto e premo qualche tasto, e finalmente arrivo alla conclusione: 50 euro a credito, pizza e birra domani sera, insomma, ma va bene così. Mi sento svuotata, salvo il documento per stamparlo in ufficio e sento un respiro profumato ed un sussurro nell’orecchio: “C’è abbastanza acqua calda per una doccia, ho voglia di insaponarti la schiena. Andiamo?”

Che domande, certo che andiamo.

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