Il fungo dell’amore

di cristinadellamore

Purtroppo non riesco a far ricomparire il tasto del reblogging. Copio e incollo il post pubblicato il 12 dicembre del 2014, un bozzetto delicatissimo, come tutti gli altri, in realtà. Ci regalava storie bellissime, la nostra amica Cristina.

Mario Siniscalchi

Sarebbe più una giornata da polenta, col vento freddo che muove i rami degli alberi davanti alle nostre finestre, ma non ho nessuna voglia di star lì a mescolare per venti minuti e più la farina precotta, quindi faccio una cosa diversa, approfittando di una giornata libera non prevista, e so che a lei piacerà: quando tornerà a casa, stanca e infreddolita, troverà un gradevole tepore ed il profumo dei funghi nell’aria, la vedrò sorridere, sentirò il sapore del suo bacio ed il tepore del suo abbraccio.

Una bella busta di porcini surgelati, per semplificare le cose, due spicchi d’aglio ed una noce di burro, tanto per cominciare; l’aglio rosola nel burro che si fonde e lo tolgo quando diventa scuro, aggiungo i funghi ancora surgelati ed il mezzo dado; non c’è bisogno di acqua, i funghi in qualche modo sudano.

Fiamma viva per venti minuti, dicono le istruzioni sulla confezione, e intanto passo le fettine di carne, pallidissima vitella, nella farina: non sono battute e non le batto, il nostro macellaio si fa pagare a peso d’oro, non a caso lo chiamiamo “Gioielliere”, e quello vende vale ogni centesimo di quello che costa.


Ci siamo, faccio rosolare rapidamente le fettine, le bagno con uno spruzzo di marsala e abbasso la fiamma dopo che l’alcol è evaporato per aggiungere una bustina di panna. Ora non resta che far rapprendere l’intingolo, ma non troppo, perché magari lei vorrà bagnarci un po’ di pane.

Lo scopo è raggiunto, il profumo è come deve essere, e infatti lei è stata felicissima di trovare questo piatto, pronto per essere mangiato. Tanto felice che ha preteso di imboccarmi proprio come farebbero gli uccelli: passando prima dalla sua bocca, la scaloppina ai funghi è addirittura diventata più buona.