Un tranquillo week end di emozioni – Parte quattordicesima

di cristinadellamore

(La parte precedente è qui)

Così stimolata e motivata affronto il pellegrinaggio con il sorriso sulle labbra e trovo anche gradevole l’erba umida e fresca sotto la pianta dei miei piedini nudi mentre ci addentriamo in un altro lato della proprietà e marciamo a coppie seguendo la padrona di casa e la sua fidanzata bionda che hanno aggiunto alle tuniche colorati delle coroncine di fiori, boccioli di rose rosse per la padrona in nero, azzurrissimi fiordalisi per la bionda. Con aria indifferente resto indietro rispetto a lei finché non mi trovo accanto alla rossa che arranca un po’: non deve essere abituata come me all’attività fisica, e probabilmente va fiera del suo corpo un po’ rotondetto dalle curve pronunciate; è alta almeno cinque centimetri più di me e questo certamente la aiuta. Allora, di cosa dobbiamo parlare?

Dunque, la rossa è imbarazzata sia per quello che deve dirmi sia per dover parlare con me; nel senso che si scusa e si riscusa ma insomma, io vivo assieme a lei e sono quindi in grado di darle le risposte di cui ha bisogno. Arrossendo, e devo dire che è un bello spettacolo vedere la pelle chiara prendere colore, mi chiede di spiegarle come si fa l’amore ad una donna, perché lei non ha mai avuto il coraggio di farlo. A questo punto devo ringraziare lei, una volta di più, per tutto quello che mi ha insegnato: mi ha insegnato anche a comportarmi con misura e rispetto, quindi riesco a non scoppiare a ridere in faccia alla mia interlocutrice ed anzi a simulare un educato interesse. Dentro di me quasi sghignazzo: io, la ragazzina di periferia raccolta dalla strada, una specie di Cenerentola o meglio di Pretty Baby, mi trasformo in professoressa del piacere saffico (sì, ho imparato anche questa parola e mi piace da morire) per giovani ed eleganti signore altolocate.

Però mi piace: prendo familiarmente la rossa sottobraccio, rallento ancora il passo per mettere qualche metro tra di noi e le amiche che ci precedono e che in qualche modo si sono rese conto che c’è qualcosa di strano, mi schiarisco mentalmente la gola e comincio la mia lezione. So che è maleducazione ma non guardo in faccia la mia interlocutrice: cerco invece l’elegante figura di lei che ha affiancato la valchiria bionda e sta palesemente mettendo in pratica tutte le sue capacità di seduzione per estrarne informazioni. Il mio cervello fa una strana operazione e mi fa immaginare di essere accanto a lei, e così trasformo una lezione (sesso lesbico for dummies) nel programma di una serata, insomma mi sembra di essere a letto con lei – no, viste le acrobazie meglio sul venerabile parquet del nostro soggiorno – e di fare e farmi fare tutto quello che ci piace di più.

Quando finalmente finisco abbiamo praticamente fatto il giro della proprietà, ho una voglia pazza di mettere immediatamente in pratica tutto quello di cui ho parlato e la rossa, che guardo finalmente in faccia, ha gli occhi lucidi e le labbra semiaperte; respira anche un po’ affannosamente, e non per la passeggiata, visto che ci siamo mosse con passo molto lento. Riesce a chiedermi se davvero riusciamo a fare tutto quello di cui ho parlato e finalmente mi fa la domanda giusta: come si fa a sapere cosa piace alla partner? La risposta è scontata: devi chiederglielo, prima di cominciare a farlo, o anche mentre glielo fai, che domande. Non fai così anche quando sei con un uomo, vorrei aggiungere, e poi preferisco stare zitta perché io in effetti esperienze del genere non le ho mai vissute, i ragazzi che mi hanno portata a letto al massimo mi chiedevano di girarmi, o di aprire la bocca, o di alzare di più le gambe. Possibile che anche questa bella donna, intelligente, se non ricca almeno benestante, con un curriculum di tutto rispetto ed un bel lavoro, abbia avuto a che fare con bastardi arroganti e maleducati come ci ho avuto a che fare io?