Ad occhi spalancati – Sesta parte

di cristinadellamore

(La parte precedente è qui)

Concentrata come sono sul nutrimento, mi distraggo e quasi inciampo: c’è una coppia impegnatissima sul tappeto, l’uomo a quattro zampe, la donna in ginocchio dietro di lui, tra tutti e due non hanno più niente addosso tranne le maschere e la cinghia dello strap-on che lei indossa ed utilizza con vigorosa sensualità; chiedo scusa facendo un passo indietro prima di accorgermi che c’è anche un pubblico, una coppia compostamente seduta su un divanetto: sorseggiano qualcosa dai bicchieri a calice ed osservano educatamente. Cosa c’è di male se mi fermo anche io? C’è sempre qualcosa da imparare. Dunque, la donna ha saldamente artigliato il fianco dell’uomo con una mano, con l’altra lo incita sculacciandolo – certo, una pecorina senza sculaccioni non ha senso – e mi accorgo alla fine che è l’uomo a muoversi avanti ed indietro: o è una coppia affiatata o hanno avuto una grande fortuna ad incontrarsi per caso. Perché l’uomo è bello dritto, vedo anche questo, e mi chiedo se, alla fine, concluderà da solo o se la donna si prenderà cura di lui. Mi tengo la curiosità, anche perché la seconda tartina mi disgusta, c’è una crema che non riconosco e che non mi piace, con un vaghissimo sapore di formaggio un po’ ammuffito: ho bisogno di bere qualcosa per togliermi il sapore dalla gola.

Ho ancora in mano il bicchiere che ha usato lei e lo porgo al cameriere impalato dietro ai tavoli del buffet, che equivoca e vorrebbe sostituirlo con uno pieno. No, grazie, mi versi qualcosa qui, questo bicchiere non lo mollo, rispondo, e sono accontentata; è forte, gelato e molto gradevole, anche troppo, e devo farmi forza per non chiederne ancora. Mi conosco, so che i superalcolici mi vanno subito al cervello, e già così sono al secondo bicchiere, sin troppo vicina al mio limite.

Quando mi volto per andarmene vedo che gli spettatori di prima sono stati così ispirati dal cominciare a loro volta a fare sesso, e sui divanetti c’è un discreto groviglio di corpi. Potrebbe esserci anche lei, lì in mezzo? Sono certa di no. Non posso però fare a meno di avvicinarmi e controllare, chiedendomi cosa farei se trovassi lei, qui o in un’altra sala, impegnata in un corpo a corpo con un estraneo. Lei mi ha anche avvertita: chi sbaglia paga pegno, ovvero se lei mi scambia per un’altra, o se lo faccio io, dobbiamo accettare di farci sesso. Per questa volta, comunque tutto bene: lei non c’è tra gli ospiti che si annodano in posizioni che mi sembrano terribilmente scomode, un po’ come quelle dei film porno che il mio primo ragazzo, accidenti a lui, mi faceva vedere sul telefonino e poi voleva rifare con me, a rischio di rompermi il collo o di slogarmi una spalla. Poi sobbalzo perché alle mie spalle la coppia che ha dato il via a tutto ha finalmente concluso con un duplice ruggito, quello della donna e quello dell’uomo, e sì, faccio in tempo a verificare che la donna, alla fine, ha aiutato il suo partner con la mano che ancora stringe un pene che mi sembra enorme tra le dita inanellate. Secono me gli ha anche fatto un po’ male: non mi sorprende più tanto, anche io ormai conosco bene il rapporto tra piacere e dolore.