Esercizi di stile
di cristinadellamore
“Bravissima amore, sono fiera di te”. E anche io sono fiera di rendere lei fiera. Ma non posso distrarmi, dal momento che sono nuda, faccia al muro, sulla punta dei piedi, le gambe ben aperte, le mani dietro la nuca ed i gomiti larghi. Fisso la parete ad un dito dalla punta del naso e mi concentro sulla piccola imperfezione della tintura: mi viene in mente che dovremmo davvero dare una rinfrescata a casa nostra, ne abbiamo già parlato e lei si è detta d’accordo. Poi smetto di pensarci e mi dedico a sentire il mio stesso corpo e decido che va tutto bene.
“Puoi resistere altri dieci minuti, amore, lo sai tu come lo so io”. Ma certo che posso, posso fare tutto quello che voglio per dare piacere a lei, che so seduta dietro di me sull’alto sgabello in faggio curvato e paglia, so che mi sta osservando con amore e desiderio e che non si lascia sfuggire nessun dettaglio. So anche che lei indossa le decolté dalla suola rossa con il tacco alto sottile e la punta aguzza ed il bustino di pelle nera che ne mette in evidenza i fianchi snelli ed il seno alto cui sono agganciate le lunghe calze nere con la riga; so che tiene in mano il frustino nuovo, lungo e sottile, che lascia segni netti e precisi quando è usato con decisione e maestria, e so infine che non vedo l’ora di sentirne il morso sulla pelle. Sarò accontentata se continuerò ad essere devota ed obbediente, ed avrò anche l’onore di leccare quelle scarpe prima di sentirne i tacchi fino in fondo al culo.
“Adesso amore voglio che tu faccia un’altra cosa per me. Ce la fai?”. I dieci minuti sono passati e non me ne sono nemmeno resa conto, pensando a lei ed alla felicità che trovo nell’obbedienza: ma certo che ce la faccio, lei sa cosa chiedermi e quello che posso fare, meglio di quanto lo sappia io. Seguo le istruzioni che lei mi dà: restando sulla punta dei piedini faccio due passi indietro, mi piego in avanti e finalmente poggio il palmo delle mani sul muro. Cerco di immaginare come devo apparire a lei e intanto completo il movimento e perfeziono la mia posizione chinando il capo.
“Ferma così, amore, sei bellissima”. Lei lo dice a voce molto bassa, un po’ arrochita: deve essere stanca anche lei, forse più di me, per il peso della responsabilità di avermi nelle mani, guidarmi e proteggermi, mentre io mi sono limitata, da quando abbiamo cominciato la seduta, ad amare e desiderare lei e ad obbedire agli ordini. Lei mi dice che sono bellissima ed io ci credo, anche se messa così le mie tette pendono un po’ e mi sembrano meno toniche del solito; certo, così il mio culetto rotondo è in bella mostra, ed è probabilmente questo che lei voleva. So quanto piaccia a lei baciare, leccare, mordicchiare e frustare il mio culo, a volte a lei basta guardarlo per arrivare a un passo dal piacere. Ed a me basta sentire il desiderio di lei per me per provare tutto il piacere del mondo.
“Non ho bisogno di chiederti se sei pronta, amore, si vede. Ti va di contare fino a cinque?”. Ma certo, il momento è finalmente giunto ed io richiamo alla mente tutte le volte in cui lei mi ha impartito la disciplina e poi metto in pratica tutto quello che ho imparato in questi anni. Sul culetto sento la carezza del cuoio che prelude la prima frustata, respiro profondamente e penso a lei.
“Amore, così non va. Te ne darò altre cinque, e stavolta ti prego, aspetta il mio permesso”. Lei ha ragione: quando ho detto ‘cinque’ sono venuta, sentendo che anche lei ci era vicinissima. Semplicemente non si fa, non può essere che la sub prenda il proprio piacere prima della Dom, e nemmeno può essere che lo faccia senza permesso. Sono pronta a subire quello che mi merito: spero solo di riuscire a non godere di nuovo.