Piccoli dolori, piccole soddisfazioni
di cristinadellamore
Oggi a piedi, col mal di schiena che preannuncia il ciclo da qualche tempo, in cambio del mal di pancia e dei crampi che mi venivano fino a qualche mese fa. Ringraziamo dunque per le piccole cose, penso per darmi coraggio mentre affronto l’arietta mattutina protetta dal piumino d’oca che mi ha regalato lei qualche tempo fa, dalla sciarpona a scacchi che era del padre di lei e dal berretto a tronco di cono cui era affezionatissima la madre e che lei ha deciso sta meglio a me.
Andiamo per gradi: ieri pomeriggio tornando a casa lo scooter sculettava e saltellava peggio del solito sull’asfalto sconnesso; mi sono fermata dal meccanico dietro casa ed il giovanotto alto e magro che ha preso il posto del simpatico gigante di cui il papà di lei era cliente mi ha mostrato una perdita d’aria: non un buco, proprio uno strappo, e in conclusione lascio lì lo scooter e mi preparo a farmi alleggerire di un po’ quattrini, probabilmente ci vorrà una gomma nuova e sì che questa l’ho cambiata l’anno scorso quando, dopo la nevicata, ho vinto al totobuche ed ho anche sfasciato il cerchione.
Ieri sera lei mi ha consolata al meglio ed eccomi qui, un po’ barcollante ma non troppo ad affrontare la metro, viaggio doppio perché dovrò cambiare linea. Il treno arriva sferragliando mentre oblitero il biglietto e con un piccolo sforzo riesco a prenderlo più o meno al volo. Mi rendo conto di essere riuscita ad anticipare l’ondata dell’ora di punta visto che la vettura è semivuota; potrei sedermi ma mi rendo conto che alzarmi, dopo, sarebbe un problema, quindi mi incastro in un angolo e controllo che borsetta e borsa del computer siano ben chiuse ed in sicurezza; visto che fa anche caldo, sbottono il piumino e mi libero del berretto, scoprendo il tailleur rosso ed assertivo che ho di nuovo indossato perché oggi ho una riunione importante e voglio mettere a profitto il tempo del lungo viaggio per ripassare le statistiche delle vendite e dei contatti. Sì, perché il nuovo commerciale è sempre in giro, incontra una quantità di clienti da far spavento ma di vendite ne fa poche: di questo dovremo parlare, e spero di riuscire a farlo senza urtarne la sensibilità.
La metro si ferma con uno scossone, siamo alla stazione di scambio con il trenino che arriva dal litorale, la periferia più periferia che c’è, ci sono stata due o tre volte per lavoro ed ho giurato di non metterci più piede per quanto mi fa paura e sì, sono ancora davanti all’ora di punta, poca gente che sale. Riabbasso gli occhi sui dati in tempo per non accorgermi di qualcuno che entra nel vagone e mi viene quasi addosso, anzi senza quasi, mi prendo una bella botta, accidenti, che mi si ripercuote nella schiena dolorante.
Che poi non è uno, sono una coppia, hanno provato ad entrare senza sciogliersi dall’abbraccio ed abbiamo fatto il botto, e per fortuna che non sono caduta; faccio il viso dell’armi e subito dopo mi lascio scappare un sorriso perché sono davvero una bella coppia: due ragazzini, malvestiti alla moda, lei lunghi capelli chiari e fisico sottile che si nota nonostante l’orribile giaccone che ingofferebbe chiunque, lui più alto e con le spalle molto larghe e zazzera nera; mi chiedono scusa e mi chiamano signora, quanto basta per farmi sentire una vecchietta cadente, ma quello che mi colpisce sono le labbra gonfie, danno l’idea di aver cominciato a baciarsi un’ora fa e di aver appena smesso, e di essere pronti a ricominciare.
Davanti al mio sorriso ricambiano e, quasi per dedicarlo a me, la ragazza stampa un bacione sulla bocca del ragazzo: prego, date pure spettacolo, io non mi annoio mai a guardare due che si amano, e niente, i numeri delle vendite li imparerò a memoria un’altra volta.
..daiiii sta volta non concordo. Non è poi così pessima la “periferia” che citi in questo racconto 😊😊
..non potrei vivere senza mare!
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Anche io adoro il mare, e da dove abito ci arrivo in venti minuti. Tutti i week end estivi a Capocotta (detestiamo le tan lines)
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Attente a Capocotta rubano nelle macchine/moto kiss
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Lo sappiamo, nella moto non c’è niente da rubare, ed il lucchetto è bello grosso
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