Visibilità

di cristinadellamore

Non piove più, dopo una settimana climaticamente orribile, e fa anche meno freddo. Via le giacche più o meno impermeabili, la cugina ci ha fatto la sorpresa ed ha comprato, spero in saldo, i giubbotti gialli che dovrebbero renderci visibili anche agli automobilisti più distratti nella penombra del tardo pomeriggio invernale. E dico penombra perché l’illuminazione stradale è come sempre deficitaria, con un lampione spento su tre, più o meno, anche in questa zona di gran lusso, la piccola enclave attorno alla basilica del quartiere dove le case costano diecimila euro al metro quadro e sono da centocinquanta metri quadrati come minimo; tanto è vero che molte sono diventate uffici o studi professionali, me ne sono accorta dalle targhe che mi passano e ripassano sotto gli occhi mentre inanelliamo i nostri giri, ognuno da più di un chilometro. A proposito, sarebbe una buona idea fare una piccola indagine e vedere se qualcuno di questi è nostro cliente o, meglio ancora, può diventarlo. Devo ricordarmelo, penso mentre cerco di sistemare il cappuccio della felpa in maniera che non mi dia noia.

Diciamo che conciata così mi sento un po’ ridicola, anche se lei, dopo aver compitamente ringraziato la cugina, mi ha aiutato ad indossare questa leggerissima giacca e mi ha detto che mi dona. Non c’è bisogno di dire che a lei sta benissimo, come tutto quello che indossa; comunque, in mio onore, ha rinunciato ai pantaloni più pesanti e ne ha indossato un paio di più leggeri, sempre lunghi ma aderenti; terrò meglio il passo, con lo spettacolo del culetto alto e snello e muscoloso di lei davanti agli occhi, ne sono certa. La cugina ha addirittura osato i calzoncini corti, io ho guardato lei che ha scosso impercettibilmente il capo ed ho lasciato perdere, mi tengo quelli lunghi e felpati, almeno per stasera, poi vedremo.

“Si vede che il tempo è migliorato”, dice lei mentre la supero per passare in testa dopo qualche giro. Come sempre ha ragione, sotto la pioggia correvamo solo noi tre, oggi è pieno di atleti che ci incrociano, da soli o a gruppi, e spesso fanno anche un gesto di saluto cui educatamente rispondiamo.

Il sole è tramontato da un bel po’, ed io mi sono finalmente accorta di due cose che non avevo avuto modo di notare: la prima è che la cucitura della chiusura lampo è anche riflettente, e magari avrebbe avuto più senso una cosa del genere sulla schiena, la seconda è che nonostante sia leggerissimo questo giubbotto mi fa comunque sudare. Bene, domani metterò una maglia più leggera. Poi penso a lei che mi aiuta ad insaponarmi sotto la doccia e decido che non è il caso. È un po’ che sto seguendo la cugina le cui gambe bianche spiccano quasi più della giacca, e mi chiedo oziosamente se anche io sono così pallida, probabilmente no per via del colorito più olivastro, e se non sarebbe poi così sbagliato prendersi una settimana di ferie ed andare in un posto caldo a prendere un po’ di sole, magari Hurghada o Sharm: non dovrebbero essere tanto lontani e nemmeno troppo cari, ne parlerò con lei, magari stasera stessa dopo averla coccolata un po’.

La cugina mi chiede il cambio ed io passo in testa: ho perso il conto e non so se continuare o puntare verso casa, nel dubbio tiro dritto, mi sento bene e quando sarà il momento ci penserà lei a richiamarmi all’ordine; cambio passo accelerando un po’ ed affronto il marciapiede sconnesso con la massima attenzione. Attenzione che improvvisamente viene meno: ci incrociamo con una coppia di runner ed io resto con la bocca aperta. Già, perché sulla giacca della tutta indossano qualcosa che non avevo mai visto prima, un faretto bianco sul petto ed uno rosso sulla schiena, e accidenti se non è una bella idea, trasformarsi in un motorino. Li voglio anche io.