Maglioni ed altri strumenti
di cristinadellamore
“Questa è una serata da maglione, amore”. Lei lo ha deciso dopo aver messo il naso fuori dalla finestra, ed ha dato il buon esempio, visto che ha indossato un pesante cardigan color sabbia sulla camicia bianca di taglio maschile ed una lunga gonna blu di lana; purtroppo ha coperto i piedini con grossi calzettoni blu ed io continuo a pensare a come sarebbe bello sfilarglieli lentamente e leccare devotamente le dita che so essere perfette e profumate e dolcemente saporite. Mi balocco con questa idea ed ho tutta la serata per pensarci, visto che alla scrivania c’è anche la cugina, che ha scelto il maglione rosso che le sta tanto bene ed ha preso in prestito un paio di pantaloni di velluto a coste, completando il tutto con gli scarponcini scamosciati che sì, sarebbero estivi, ma vanno benissimo per completare l’insieme, e fra le due sembra di essere in un film ambientato in qualche elegante palazzo nella campagna britannica. Io ho un po’ protestato prima di rinunciare alla felpa un po’ logora cui sono affezionata, visto che nei primi tempi era l’unico capo di abbigliamento che lei mi concedeva, ed ho concluso la protesta indossando un pesante maglione bianco a coste e le calze a righe orizzontali da uomo comprate nel negozio specializzato, che costano uno sproposito e mi arrivano ben sopra il ginocchio. Tra l’orlo delle calze ed il bordo del maglione solo il mio nuovo perizoma nero, comprato ai saldi, addirittura più ridotto di quelli che indossa lei, anche se mi gelo un po’ il culo nonostante il parquet sul quale sono accovacciata, ai piedi di lei. Per fortuna nell’angolo cottura sobbolle lentamente emanando un profumino stuzzicante la pentola di coccio della nonna di lei con il minestrone che mangeremo tra un po’, e sarà sempre troppo tardi: ho anche fame, giornata faticosa e corsa più che impegnativa.
Io penso ai piedini di lei ed al minestrone ed ascolto la cugina che per una volta non sta studiando una pratica ma si confessa come in cerca dell’assoluzione: sì, perché pare abbia scoperto che il trombamico ha qualche desiderio un po’ particolare e si sta chiedendo se è il caso di accontentarlo; si sta chiedendo anche se per caso è lei ad essere un po’ sbagliata, visto che attira uomini dai gusti così particolare. A proposito, aggiunge, col professore va benissimo, dopo aver ridotto gli incontri, e l’alternanza di sesso vaniglia e D/s la soddisfa perfettamente.
Lei mi sorride per un istante prima di riportare la sua attenzione sulla cugina che ci spiega come il trombamico abbia parlato con entusiasmo di una comune conoscente, e insomma è chiaro che vorrebbe farlo in tre; la cugina non è mai stata con una donna, come ci spiega con dovizia di particolari, ed anche se vivere con noi la ha in qualche modo guarita dalla sua vecchia omofobia la cosa un po’ la spaventa. Ha paura di sentirsi inadeguata, ci spiega mentre lei annuisce ed io mi chiedo per quale ragione, dal momento che è una bellissima ragazza.
Lei dà voce alle mie perplessità e la risposta della cugina è quella che mi aspetto, insomma ha paura di non sapere cosa fare per dare piacere ad una donna, di essere goffa, di fare brutta figura. Mi viene da ridere: insomma, la cugina ha bisogno di un manuale del tipo Sesso lesbico per dummies e pensa che possiamo scriverlo lei ed io. Scriverlo no, ma qualche dritta forse possiamo dargliela, penso, e guardo lei negli occhi per accorgermi che sta sorridendo e probabilmente ha pensato la stessa cosa.
Abbiamo ancora un po’ di tempo, prima di cena. Facciamo così, ne parliamo un po’, e la prima indicazione è certamente quella di ascoltare il proprio corpo, come sempre, ed attraverso il proprio quello dell’altra, come si fa sempre durante il sesso e l’amore. Magari se decide di farlo, le presteremo lo strap-on ultratecnologico che funziona tanto bene, ma questo lo rivoglio indietro, maledizione. E comunque stasera voglio usarlo con lei, fino a che non mi pregherà di fermarmi perché non ce la fa più.