NERO (Una storia suggerita da lei, completamente di fantasia) – Decima parte

di cristinadellamore

Le cose vanno per le lunghe, mi comincia a far male il culo, penso che dovrò metterci un po’ di crema prima possibile; pensa qualcosa del genere la cameriera che si sposta quasi impercettibilmente, di quel tanto o poco che basta per sfiorarmi dalle spalle ai fianchi. Sento la sua carne calda, sento il suo corpo che trema ogni volta che viene sculacciata ed i baci mi piacciono ancora di più, smetto di pensare alla difficoltà di mettermi a sedere quando sarà finita e mi concentro su quello che faccio, non su quello che subisco.

E mentre penso che davvero, quando avrò finito qui, me la porto a casa e la faccio divertire, il balordo smette di sculacciarci e mi sembra anche troppo presto; è arrivato il momento del gran finale, ci inginocchiamo una accanto all’altra e ci litighiamo il suo cazzo fino all’ultimo, e alla fine lui si strappa il preservativo e schizza da tutte le parti, accidenti. Ci vorrebbe proprio una doccia, anche per non macchiare i vestiti dopo, ma non è il momento.

Non è il momento perché il balordo si accomoda finalmente sull’orribile divano, ci fa segno di raggiungerlo, ci offre da bere, da fumare ed anche da tirare su col naso, e noi diciamo educatamente no, grazie, e diciamo anche che non ci formalizziamo, quindi se ne hai voglia fai pure, e lui risponde che non gli piace sballare da solo e si accontenta di una sigaretta. Ci stringe un po’, ci palpa dove capita e bisognerebbe proprio fargli capere che le coccole del dopo scopata non sono comprese nel prezzo; poi, per carità, non solo non ho fretta ma su questa atmosfera rilassata ho costruito il mio piano, quindi lo lascio fare e mi sforzo di fare qualche risatina. La cameriera rimane ferma, zitta e rigida, e secondo me le fa anche molto male il culo, perché è più magra di me, e in questo momento non mi è di nessun aiuto, visto che cerco di far parlare il balordo, giusto per essere sicura di quello che sto per fare.

Il balordo continua a palpare mentre ci dice che siamo state bravissime, siamo molto carine e vuole il numero di telefono perché ci dobbiamo rivedere, la cameriera prova a buttarla sullo scherzo e risponde che non se lo può permettere, la prossima volta deve pagare la tariffa piena perché ha le mani pesanti. Il balordo la prende sul serio, contento del complimento – per le mani pesanti, ovviamente, uno che picchia è un vero maschio, niente affatto per l’accenno ai soldi. Con una velocità che mi sorprende salta su, afferra la cameriera per un braccio e le rifila una coppia di schiaffi, andata e ritorno, da staccarle quasi la testa dal collo. Poi la prende alla gola e comincia a stringere sibilando che è solo una puttana e non si deve permettere, lui è un pezzo grosso e scopa chi vuole e come vuole, e non ha neanche bisogno di pagare, il barista fa quello che dice lui.

E qui si ferma, perché è balordo ma non stupido e capisce benissimo cosa significa sentire una lama affilata sul pomo d’Adamo. Magari avrei dovuto aspettare e lasciare che continuasse a vantarsi, ma la cameriera stava quasi soffocando e insomma, ho deciso di intervenire e farmi bastare quello che ho sentito. Fa in tempo ad aggiungere qualcosa che sembra un “no”, poi faccio quello che devo fare guardando negli occhi la cameriera che ha l’espressione terrorizzata di chi sta pensando che dopo toccherà a lei.

Adoro farlo in questa posizione perché non mi macchio di sangue; stavolta però è toccato alla cameriera, che spingo con una certa durezza verso il bagno, che è piccolissimo ma è proprio dove pensavo fosse, con l’ordine, sì proprio l’ordine, a questo punto, di lavarsi in fretta e molto bene. Spero per lei ci sia acqua calda, altrimenti dovrà farlo con quella fredda, a riscaldarsi ci penserà più tardi.