Al buio

di cristinadellamore

Mi accartocciai in un angolo del nostro letto, mi tirai la trapunta sulla testa e chiusi gli occhi. Avevo voltato le spalle un istante dopo essermi accorta che lei si era addormentata, mi ero liberata dalla gentile stretta della sua mano sul mio seno, avevo rinunciato al profumo dei suoi capelli e della sua pelle per affondare la faccia nel cuscino.

Avevo paura, ecco la verità.

Stanca, tirata, dimagrita, lei mi sorrideva sempre con amore, con amore mi guardava e mi cercava, ma non la vedevo più serena e solare come ero abituata. Dovevo pensare e capire, trovare le ragioni e le contromosse per prevenire una possibile crisi del nostro matrimonio.

Mi sentivo sporca e brutta. Mentre lei faceva la doccia avevo anche frugato nella sua borsetta alla ricerca di non saprei dire cosa. Un gesto orribile, ma ero stanca di chiederle cosa c’era che non andava e di sentirle rispondere che sì, era preoccupata per il lavoro, ma non c’era una niente di specifico, solo un disagio per dover vedere troppe cose sgradevoli e troppe donne in difficoltà, maltrattate e rese schiave solo per il loro essere donne.

“Guardo loro e vedo noi, amore, e vedo tutte le donne”, mi aveva detto.

Nel buio della notte avevo sgranato gli occhi: poi ho sentito la sua mano leggera sul filo della schiena, in una carezza che mi fa sempre tremare, e poi il morbido calore del suo corpo contro il mio, il suo respiro profumato e la voce dolcissima in un sussurro.

“Non farlo mai più, amore, ti prego. Lo sai che io non ti mento mai, neanche per omissione”.

E invece di prendermi cura di lei, per tutta la notte fu lei a consolare me.